Ivan Turgenev

Ivan Turgenev Alla vigilia


Carbonio Editore, 2023, Collana Origine, traduzione di Mario Caramitti, Pagg. 319., Euro 17,00 Letteratura Straniera | Romanzo

30/05/2023 di Laura Bianchi
Cosa aspettiamo, noi, per tutta la vita? Quando decidiamo che non dobbiamo, o non possiamo, più aspettare? O lo decide qualcuno per noi? Cos'è il destino? Esiste un libero arbitrio che sia veramente tale? Domande senza risposta, almeno, senza un'unica risposta, valida per tutti; ma per tutti, comunque, vale questa spinta verso l'attesa, che si può tingere di illusione, speranza, certezza, sogno, ideale, e che vive dentro di noi, inesauribile.

Ivan Turgenev intitola Alla Vigilia un romanzo complesso, solo apparentemente lineare, ma che in realtà rivela molteplici sfumature, spingendo il lettore ad andare oltre lo schema del romanzo di formazione, stavolta prevalentemente femminile, narrato in terza persona, per conquistare la dimensione di una sorta di apologo sulla giovinezza, sulle sue attese, sull'esistenza umana, sull'insensatezza della guerra e degli ideali di cui si nutre, a spese di altri meno eclatanti, ma ben più alti.

La splendida traduzione di Mario Caramitti per la sempre più meritoria casa editrice Carbonio colora di contemporaneità le descrizioni degli ambienti, già mirabilmente tratteggiati dalla penna osservativa di Turgenev, fra la Mosca del 1853, in attesa dello scoppio della guerra di Crimea, e una dacia nella campagna, sospesa nello spazio e forse anche nel tempo, finché quest'ultimo non vi irrompe, con tutta l'energia delle esistenze di quattro ventenni molto diversi fra loro: l'idealista, granitico, passionale Insarov, il disincantato, cinico, ma tormentato Šubin, lo studioso, meditativo, incerto Bersenev, e infine Elena, l'inquieta, introspettiva e generosa figlia di una coppia di nobili ancorati a preguidizi e ipocrisie, destinati a crollare nel giro di una generazione.

Seguiamo così con appassionata apprensione l'educazione sentimentale della giovane, la cui adolescenza, con i suoi slanci e le sue crisi, viene rappresentata dall'acuta capacità analitica dello scrittore, che anticipa di molti decenni le scoperte della moderna psicoanalisi. E ci cattura l'intreccio delle quattro esistenze, colte con un tratto chiaroscurale, che turba e spinge alla riflessione. 

Il "breve gioco della vita", per due dei quattro protagonisti, si conclude con un sacrificio estremo, che si tinge di eroismo idealistico, mentre noi lettori, e gli altri due amici, osserviamo la luce che emana dalle loro scelte, tornando a chiederci quali siano stati per loro la vigilia, l'attesa, il destino. E, di conseguenza, quali siano per noi.

Romanzo indimenticabile, da leggere e far leggere a chi ha vent'anni oggi.

 

Ivan Turgenev (1818-1883) è considerato uno dei padri della letteratura russa. Nato a Orël, si specializzò in studi classici alle Università di Mosca e Pietroburgo, per poi trasferirsi all’Università di Berlino per proseguire gli studi di filosofia. Tornato in patria, si distinse per le sue posizioni progressiste e filo-occidentali, schierandosi a favore dell’abolizione della servitù della gleba. Visse gran parte della vita tra la Germania e Parigi, dove strinse una salda amicizia con Gustave Flaubert. Conobbe anche Tolstoj e Dostoevskij, con i quali ebbe un rapporto a tratti burrascoso e conflittuale.
Tra le sue opere ricordiamo Memorie di un cacciatore (1852), Nido di nobili (1859) e Padri e figli (1862).