Holly George - Warren

Holly George - Warren Janis - La Biografia Definitiva


DeAgostini, 2020, 478 pp, euro 24 Saggi | Biografie

19/01/2021 di Eliana Barlocco
L’undici gennaio 1971 usciva Pearl. L’album vendette oltre otto milioni di copie e ne furono estratti tre singoli: Me and Bobby Mcgee (per due settimane al numero 1 della classifica), Cry Baby e Get It While You Can che entrarono nei primi 100. Tre mesi prima, il quattro ottobre 1970, Janis Joplin moriva per overdose a ventisette anni.

“Janis era un fascio di nervi ambulante in grado di far affiorare sentimenti che la maggior parte delle persone non riusciva o non voleva esprimere, ed era fermamente decisa a sopportare il fardello” scrive Holly George-Warren  nel suo libro Janis - La Biografia Definitiva in cui ripercorre i pochi anni della vita artistica della Joplin attraverso la ricostruzione dei suoi legami familiari, amorosi, amicali, professionali. Il virgolettato sottolinea molto bene quello che la donna e l’artista è stata. Un’anima volutamente incapace di piegarsi alle convenzione della società, ma non per questo insensibile alle sue sferzate; tanto severa con se stessa, ma altrettanto malleabile nel farsi travolgere dagli altri; anima ruggente nel cavalcare il suo tempo, ma consapevole di dover ‘surfare’ in solitudine.

Un libro attento a sottolineare, attraverso un lavoro di raccolta dati minuzioso, le diverse sfaccettature del personaggio: dall’adolescenza, alla famiglia, all’amore profuso senza risparmiarsi; dalla sua dedizione nei confronti della musica all’impegno e la precisione che metteva nella ricerca della vocalità perfetta, perché se è vero che dichiarava che la sua voce era così, è altrettanto veritiero che fin dalla tenera età quel dono lo ha coltivato e modellato.

Lou Adler, discografico, disse della sua performance al Monterey International Pop Festival che le spalancò le porte alla celebrità: “Otis Redding si prese la loro anima, e Ravi Shankar li fece alzare sulle sedie. Janis strappò il cuore a tutti”. Quella voce graffiante è il suo fardello che masticato e rispuntato ci viene lanciato contro e noi, mentre ne siamo colpiti, teniamo fra le mani il nostro cuore che trasuda passione, la sua unita alla nostra per lei. Tutta quell’energia, a cui abbiamo attinto a piene mani, ci lascia sazi e nel ricollocare il cuore ricaricato non possiamo che condividere quanto dichiarato da Melissa Etheridge: “Quando una persona sa osservare il mondo, coglierne e sentirne il dolore e la solitudine, e sa scavare nel profondo e trovare una voce per cantarli, quella persona ci sa guarire”. Sono passati cinquanta anni da Pearl e Janis batte sempre il tempo sui vecchi e sui nuovi cuori.