Giuliana Sgrena

Giuliana Sgrena Dio odia le donne


Il Saggiatore, 2016 Società | Saggi

25/11/2016 di Luigi Lusenti
"Dio odia le donne" di Giuliana Sgrena a dispetto del titolo è un libro scritto per gli uomini e dagli uomini andrebbe letto e inteso. Il Dio di cui parla l'autrice, infatti, assomiglia troppo al maschio che, in millenni di storia, non solo ha costruito un mondo a sua immagine ma lo ha reso sacrale attraverso le religioni. O meglio le regole dettate dalle religioni. Quelle studiate da Giuliana Sgrena sono solo le tre grandi religioni monoteiste, sia per l'importanza che esse ricoprono nel mondo, sia per l'impossibilità di un lavoro che prendesse a campione tutte le forme di credenza spirituale, ma anche per una stessa matrice, che ritorna moltissime volte nel libro, nelle regole espresse da cristianesimo, islamismo ed ebraismo.

Il primo capitolo racconta l'Italia bigotta e papalina degli anni cinquanta. Chi era bambino in quel periodo, maschio o femmina che fosse, si riconosce benissimo nel paese che la Sgrena narra. Dal secondo capitolo si spalancano, invece, le porte dell'inferno nel quale precipitano le vittime, che sono le donne, e i carnefici, che sono gli uomini.

Giuliana Sgrena descrive la condizione della donna e ne trova "giustificazione" se non addirittura disposizione nei tomi sacri delle tre religioni monoteiste. Ripercorrendo forme di violenza, esclusione, subordinazione della donna ne individua le ragioni primarie che stanno nelle sacre scritture che si chiamino Bibbia, Vangelo o Corano. Dalle menomazioni sessuali femminili alla disparità nel mercato del lavoro fra uomo e donna, dalle discriminazioni in materia ereditaria all'impurità femminile, il libro ha il merito di essere chiaro e di facile consultazione nonostante i molti rimandi a parti di altri testi. La lettura ti prende e ti scopre una visione della "questione femminile" originale e oggettiva da cui è difficile sfuggire, soprattutto confutare a partire dalla "complementarietà" della donna nei confronti dell'uomo, creata da una sua costola per alleviarne la solitudine.

La donna peccatrice, la donna che conduce al peccato e alla dannazione eterna: dal libro esce una verità chiara, l'dio di Dio che si rivolge verso le donne è molto umano e terreno e si chiama patriarcato.  Le religioni ne sono l'alibi, la giustificazione del controllo sociale sull'altra metà del cielo. Ed è altrettanto chiaro la necessità che il maschio si interroghi sul suo lato oscuro che lo rende carnefice della donna, che le false "certezze" del patriarcato inchiodano anche lui e che trasgredirle può diventare un'occasione di liberazione da vivere assieme: "Dio odia le donne ma non ama gli uomini".