
Giancarlo De Cataldo Per questi motivi. Autobiografia criminale di un Paese
SEM Editore, Italian Tabloid, 2024, 208 pagine, 18 euro Saggi | Società | Storia
12/11/2024 di Roberto Codini
Il Paese delle “altre verità”: non contano le prove ma il loro uso
“Il problema non è più quello di trovare le prove, come pensava Pasolini e nemmeno i nomi…il problema è semmai: che uso abbiamo fatto, in tutti questi anni, di quelle prove e di quei nomi?” (Giancarlo De Cataldo)
Giancarlo De Cataldo, grande magistrato (fino al 2022) e grande scrittore (lo abbiamo conosciuto per “Romanzo criminale” e altri gialli che sono divenuti bestseller), ci regala con Per questi motivi. Autobiografia criminale di un Paese un libro in parte autobiografico, raccontandoci anni di storia criminale e passando in rassegna fatti di cronaca nera famosi, ma che lo hanno visto come spettatore e non come investigatore. Ne è nato un libro avvincente e molto bello, soprattutto perché parla di noi.
Gli Italiani, ci spiega De Cataldo, di due cose sono maestri: di calcio e di fattacci. Se al bar dello sport ciascuno è di diritto allenatore della Nazionale, ogni bar della Penisola è una camera di consiglio, dove si emettono sentenze senz’appello. Altro che popolo di santi, poeti e navigatori, piuttosto di commissari tecnici e giudici mancati. Eppure, la ricerca della verità è un incerto procedere nel labirinto in cui si rincorrono verità ufficiali, “altre” verità, verità inconfessabili, verità dei tribunali. È così da sempre, da prima che la tv cominciasse a trasmettere. Ed è così ancora oggi, che sul web “giudici” spietati additano colpevoli, riaprono casi passati in giudicato e confutano sentenze. Tutto vale, ormai. La storia d’Italia si scrive con il sangue e Giancarlo De Cataldo la ripercorre, attraverso alcuni delitti emblematici che restituiscono il mutare delle epoche. Per Questi Motivi è il racconto di vittime eccellenti, carnefici d’occasione e misteriosi mandanti, di complotti ipotetici e depistaggi fin troppo reali. Ed è la storia dei cacciatori di verità: di giornalisti con pochi scrupoli nel cuore e tanto pelo sullo stomaco, di poliziotti che vedono lontano, rimanendo inascoltati, e di giudici che provano a districarsi tra indizi, prove e perizie di parte; è anche la formula con la quale si introduce la lettura del verdetto, al termine di un processo, e che riassume il senso di un faticoso cercare.
L’autore passa in rassegna alcuni dei fatti di cronaca (spesso rimasti non del tutto risolti), tra i quali l’assassinio di Pasolini, l’omicidio di Via Poma, i delitti di Sergio Ramelli e di Walter Rossi, l’assassinio di Valerio Verbano, raccontati con distacco e grande obiettività. De Cataldo, che non nasconde le sue idee politiche, scrive da ex giudice, ma non giudica, racconta la verità dei fatti e non quella dei social, dei laureati nell’Università della strada o dei leoni da tastiera, perché la verità dei fatti può essere raccontata raccontando i fatti e non le fantasiose creazioni letterarie e narrative che servono alla società dello spettacolo.
Con questo bellissimo saggio De Cataldo si dimostra uno dei pochi in grado di raccontare i processi avendoli vissuti, prima come cittadino, come studente, poi come giudice, e infine come scrittore.
Un saggio che deve essere letto e ricordato.
Giancarlo De Cataldo, ex magistrato, è tra i fondatori e tra i maggiori interpreti della crime fiction italiana. Ha scritto diversi libri tra cui Romanzo criminale e Suburra (con Carlo Bonini), diventati film e serie tv di successo, I traditori e L’agente del caos. È l’autore della serie dedicata alle inchieste del PM Manrico Spinori.