David Tozzo

David Tozzo L` INELUTTABILITÀ DELL` UGUAGLIANZA - Una polemica del signor David Tozzo


Luiss University Press, 2023 , pagg. 130, 16 euro, postfazione di Nichi Vendola Saggi | Società

02/08/2023 di Roberto Codini

L’ultimo libro di David Tozzo, straordinario già dal titolo, è un saggio sorprendente, coraggioso, provocatorio. E, nonostante il titolo, polemico sì, ma con grande stile.


Stampato dalla LUISS University Press in una veste grafica volutamente ispirata ai testi ai quali fa riferimento, sulla copertina si legge:


L' INELUTTABILITÀ DELL' UGUAGLIANZA - UNA POLEMICA DEL SIGNOR DAVID TOZZO nella quale si dimostra, per mezzo di molti e solidi argomenti, tra i quali maremoti, barbari, fiocchi d’avena e morti viventi, che la disuguaglianza non è la pelle dell’umanità bensì la più sofisticata impostura dall’umanità subita.


Uno dei temi prevalenti della contemporaneità è infatti quello dell’uguaglianza, la discussione intorno alla quale ha fatto emergere che la disuguaglianza e le disuguaglianze siano assolutamente ineluttabili, siano un fatto acquisito e anzi in eterna espansione: in altri termini: la disuguaglianza è un fatto naturale, oltre che ineludibile, un fatto umano.


Nell’ultimo saggio di Tozzo (che ama definire i suoi testi “libri iceberg”, che racchiudono cioè un gran numero di testi, in questo caso 70), si evidenzia come la disuguaglianza non sia una condizione naturale.


Fino alla nascita delle società agricole, spiega l’autore, noi vivevamo in una condizione perfettamente egualitaria. Il concetto di disuguaglianza e quello di ricchezza (e non è post-marxismo d’assalto, ha precisato l’autore) semplicemente non esistevano. Quando qualcuno, nella società di cacciatori e raccoglitori, trovava più vegetali o riusciva ad avere una caccia più fortunata, aveva lavorato di più e aveva avuto più fortuna. Il concetto tossico di “merito”, che è un’altra delle storture concettuali odierne e “non si merita granché in realtà”, non aveva cittadinanza.


Un’altra delle tesi del libro, definita (giustamente) “ardita” dall’autore, è che quando si parla di libertà si intende in realtà prigionia, galera: la libertà non è un concetto inattaccabile, ma è puramente “destrorso”. E allora, scrive Tozzo, che cos’è la libertà? Come si declina la libertà? La libertà, come autorevolmente affermato e sostenuto dal grande Norberto Bobbio, è in assoluta contrapposizione al concetto di uguaglianza: noi abbiamo bisogno di meno libertà per far beneficiare il bene comune, le comuni persone, di più eguaglianza, ma l’eccessiva libertà, l’eccessivo liberismo non fanno parte della natura umana e della convenienza umana. Di conseguenza, uguaglianza e libertà sono in conflitto.


L’autore affronta poi il tema del lavoro. Oggi le maggiori disuguaglianze si riscontrano proprio nel mondo del lavoro e dei diritti dei lavoratori. Nell’era del precariato, il lavoro non esiste più, è polverizzato, atomizzato.


Infine la politica. Ribadendo la sua critica al neoliberismo, Tozzo ci spiega che il mercato è la legge, i lavoratori gli schiavi. A partire dal 1989 (data storica), i partiti socialisti e comunisti si sono messi paura e sono diventati socialdemocratici, non curando più gli interessi dei lavoratori.


In questo sorprendente saggio l’autore ci ricorda che la disuguaglianza è la più grande truffa della Storia a se stessa. La truffa perfetta. Perdono tutti. D’altra parte, sostiene, i più furbi non sono solo sempre i più stronzi, ma anche i più fessi.


Per quasi 200mila anni - ovvero il 95% della nostra Storia - gli esseri umani hanno vissuto in società egualitarie non stratificate, in cui la cooperazione, ma anche la condivisione, erano norma unica, universale. Non era allora percepita la “ricchezza”, o diversa opulenza, come risultanza di iniquità, ma tutt'al più di più “gran caccia o miglior fortuna”. Queste società acquisitive che hanno caratterizzato la gran parte della nostra parabola terrena sono anche definite società dell’abbondanza e il tempo dedicato al “lavoro” - caccia e raccolta - era sensibilmente inferiore a quello richiesto ai lavoratori nella società contemporanea.


La disuguaglianza non solo non è l’unica via possibile, non solo non conviene a nessuno, ma mette in pericolo ciascuno, anche chi sembra insospettabile, o il mondo come corpus unico. L’eguaglianza giuridica, infine, è il riflesso dell’eguaglianza pre-giuridica, naturale, e i diritti fondamentali, che l’autorità politica ha il compito (e l’obbligo) di rispettare e proteggere, sono il riflesso di supposti diritti naturali.


Non manca (e non può mancare) il riferimento a Papa Francesco (al quale l’autore aveva dedicato un saggio, Il Papa laico, ricevendo i complimenti del Vaticano) e alla sua Enciclica “Fratelli tutti”“Il diritto alla proprietà privata si può considerare solo come un diritto naturale secondario e derivato dal principio della destinazione universale dei beni creati, e ciò ha conseguenze molto concrete, che devono riflettersi sul funzionamento della società”. Parole rivoluzionarie di un Papa rivoluzionario.


Viene poi introdotto il concetto di “diversità”. Per citare le parole di un grande storico, Luciano Canfora,“Diversità equivale a dire umanità; essa non definisce una particolare categoria di esseri umani, ma descrive tutti noi”.


Tozzo ricorda poi che ciò in cui ha fallito il comunismo lo ha fatto il coronavirus. La diseguaglianza è una truffa per tutti: non per il 99, ma per il 100%. Ed è proprio come un virus: o stiamo tutti bene o nessuno è al sicuro. Prima o poi arriva la multa da pagare, ed è mortale. Non c’è bunker che tenga, a meno di non voler diventare blatte. E, proprio come un pianeta post - nucleare, non è un destino irreversibile nè ineludibile: basta pagare le nostre tasse, distribuendo la nostra ricchezza.


Il saggio passa in rassegna alcuni tra i maggiori filosofi, da Platone, che definisce il mito dell’uguaglianza una “nobile menzogna” , riconoscendo con ciò come l’idea di una diversità naturale dei cittadini sia una bugia, una finzione utile a mascherare da accettabile un ordine sociale gerarchico diseguale; fino ad Aristotele, che, nel primo libro della Politica, teorizza la diversità naturale tra gli esseri umani; per arrivare poi alla contrapposizione tra Hobbes e Marx: per Hobbes, gli uomini sono di fatto eguali, ma devono essere diseguali; per i teorici del socialismo scientifico, gli uomini sono stati di fatto sinora diseguali, ma debbono essere eguali. E poi Rousseau, che, con il suo Discorso sull’origine e i fondamenti della diseguaglianza tra gli uomini, teorizza l’eguaglanza sostanziale e l’indipendenza individuale.


Tozzo, nel suo bellissimo saggio, che è non solo un trattato (un manifesto?) politico, ma è un vero e proprio trattato di filosofia (non solo politica), compie un atto coraggioso, inevitabile e ineluttabile, smascherando in modo mirabile (per utilizzare lo stile richiamato) la truffa della disuguaglianza e dedicando la sua opera “a tutte e a tutti, in egual misura”.


L’obiettivo dell’esistenza non è allora fare soldi a tutti i costi , ma renderci tutti uguali, uguali nella diversità, fratelli tutti, accomunati da un unico destino.

Il destino che rende l’uguaglianza ineluttabile.


 


 


David Tozzo è un dirigente politico (oggi in Sinistra Italiana), attivista civile, politico e scrittore. Fondatore e presidente di ACORN Italy, la prima organizzazione di comunità per il diritto alla casa, editorialista dell’Huffington Post e, nonostante la giovane età, autore di numerosi saggi.