David Handler

David Handler L'uomo che voleva essere Francis Scott Fitzgerald


Polillo, 1996, 25000

di Andrea Balestri
Nella lettura dell'uomo che voleva essere Francis Scott Fitzgerald si ritrovano tutti gli elementi classici di un giallo che, in questo caso, non appare particolarmente pretenzioso e neppure ricco di arditi incastri. Ciò non lo sminuisce, anzi contribuisce a rendere la lettura scorrevole e piacevolmente interessante. Non aggiungendo nulla di nuovo al genere, il libro riesce comunque a mantenere una gradevole vivacità che si può ritrovare fra i giovani personaggi protagonisti della vicenda in cui verrà coinvolto l'ex scrittore di successo Stewart Hoag, per gli amici "Hoagy". "Hoagy" dopo aver perso l'ispirazione tira avanti scrivendo autobiografie a nome di altri. Questa volta dovrà aiutare un giovane autore, Cam Noyes, a scrivere il secondo romanzo dopo il clamoroso successo del suo primo libro. Ma Cam è troppo occupato a godersela, immerso nel patinato ambiente degli artisti di successo, per impegnarsi nella scrittura; così le pressioni della potente macchina edioriale non tarderanno a farsi vive, come pure i primi cadaveri. La comparsa dell'immancabile ispettore in questo caso non sarà determinante per trovare il colpevole e "Hoagy", accompagnato dall'inseparabile cagnolina Lulu, trovandosi suo malgrado invischiato nella situazione si rivelerà decisivo per la soluzione del caso, in un crescendo di suspance e sorprese. Un buon giallo anche per chi non ama particolarmente il genere, fluido e non troppo impegnativo.