Dario Salvatori

Dario Salvatori Il Salvatori 2023. Il dizionario della canzone di Dario Salvatori


Iacobelli editore, 2023, 1240 pagine, 30 euro Musica | Saggi

15/04/2023 di Franco Bergoglio
La quarta di copertina de Il Salvatori 2023. Il dizionario della canzone di Dario Salvatori spiega che le canzoni censite sono oltre ventimila e, a giudicare dal corpo piccino del carattere a prova di super vista e dalla carta fine fine (che compone un tomo di otre 1200 pagine) l’impegno dell’autore e della casa editrice Iacobelli è stato davvero imponente.

Il volumone è un vero dizionario della canzone, un libro di consultazione veloce quando abbiamo una curiosità su un brano specifico o anche un passatempo alternativo, che ci consente si spizzicare qua e là canzoni notissime, sconosciute,
vecchie o recenti della storia della musica registrata. È molto divertente aprire qualche voce a caso e far viaggiare la memoria musicale...

Come il Mereghetti o il Morandini per il cinema, Dario Salvatori, che lavora in RAI dalla fine degli anni Sessanta e si occupa di musica da oltre cinquant’anni, ha le carte in regola per questo genere di lavoro. Nel jazz Guido Michelone ha già tentato una operazione simile con “Il Michelone”, dove ha schedato 1200 dischi a coprire i 100 anni di storia del jazz. Qui l’operazione è complessiva: i generi sono tutti coperti (si va dai cantautori alle sigle dei cartoni animati, dal rock al pop
internazionale), con l’ovvio rischio di dimenticare qualche titolo ed esporsi alle critiche dei critici...

Le schede sono sintetiche e in poche righe raccontano bene il brano, il testo, il riscontro di pubblico, qualche retroscena gustoso. Ottimi i due indici finali per autori e interpreti che rendono il libro un volume di studio e consulto rapido. Personalmente trovo superflua la valutazione: espressa per ogni brano in una
scala da uno a cinque dischi, mi sembra aggiungere poco al materiale, che diventa metro di un verdetto meramente soggettivo. I dizionari devono dare giudizi di merito? Metto la questione sotto forma di domanda retorica, perché questo genere di lavori - e in particolare quelli citati sul cinema - esprimono continuamente giudizi di merito. D’altronde l’autore del “Salvatori”, con un titolo così esplicito, non ha certo l’intenzione di nascondersi dietro un dito!


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