Daniel Pennac

Daniel Pennac Monsieur malaussène


Kowalski editore, 2004 Poesie | Letteratura

di Andrea Salvi
È lungo e tormentato il legame che corre tra opere di narrativa e le relative trasposizioni teatrali. Un lavoro di adattamento meticoloso troppo spesso ha il difetto di risultare troppo sostanzioso, e quindi indigesto per un pubblico non preparato, oppure al contrario una trasposizione frettolosa viene a peccare di superficialità, tradendo le aspettative di una platea particolarmente esigente. Pochi sono i casi di incontri veramente felici tra l’autore originario, il regista e gli attori teatrali, dove la reale condivisione di un comune sentire espressivo si rivela l’elemento trainante per la riuscita della messa in scena. È il caso di quello tra Giorgio Gallione e Daniel Pennac, uno regista che ama cercare direttamente in libreria i soggetti per i propri spettacoli, l’altro autore di romanzi che proprio per la smisurata dose di sarcasmo che portano con sé, hanno conquistato in pochi anni e senza difficoltà il grande pubblico fino a divenire nello scorso decennio un caso letterario di caratura europea. Se a questi aggiungiamo la presenza di un mattatore quale Claudio Bisio andiamo a completare il quadretto che sta all’origine della fortuna ottenuta dal testo “Monsieur Malaussène” sui palchi di mezza Italia fin dal suo debutto, avvenuto nel 1997 al “Festival dei Due Mondi” di Spoleto per il Teatro dell’Archivolto.
Questo libro, che è poi il copione integrale dello spettacolo, e il bel DVD allegato, registrazione dell’ennesima replica dopo due anni di tour, prima ancora che il sunto di un operazione di adattamento particolarmente riuscita, vuole essere la testimonianza di un sodalizio perfettamente riuscito fra tre personalità legate una all’altra dal filo sottile di una affine sensibilità artistica, di una predisposizione innata ad una certa modalità surreale di espressione letteraria, brillante e poco conformata per definizione. Non per nulla questo spettacolo è considerato dallo stesso autore parigino la migliore messa in scena mai realizzata dei suoi romanzi.
Il testo, bensì sia un racconto estratto dal volume “Ultime notizie dalla famiglia”, è stato in realtà manipolato e integrato con estratti da tutti gli episodi della saga del celeberrimo Benjamin Malaussène. Il monologo tratta la riflessione sentita e per nulla canonica di un futuro padre al proprio nascituro. Dalla toccante messa in rassegna delle gioie e delle paure che attendono il nuovo arrivato, alla presentazione della stessa strampalata famiglia con la quale egli dovrà per forza di cose trovarsi ad avere a che fare, l’intero testo non fa altro che rimarcare, mediante l’espediente letterario di un necessario gioco d’anticipo sui tempi, la visione prospettica di un mondo in chiave nettamente onirica e quindi meravigliosamente capovolta, popolata da personaggi singolari e poco inclini alla normalità. Inutile aggiungere quanto intenso ed esilarante al contempo appaia il tutto se lo colleghiamo all’interpretazione di un Claudio Bisio al massimo della tensione tragicomica di cui è capace. La visione dello spettacolo non fa altro che confermare ciò, dove un uomo solo in scena è supportato da un allestimento scenografico comunque funzionale nonostante si serva in scena di appena qualche sedia, di fantasmi di ombre cinesi a fare capolino su un fondale neutro e di un pianoforte a scandire i tempi dello spettacolo. Il DVD è curato, prezioso soprattutto per gli extra offerti, tra cui un documentario nel quale i soliti tre protagonisti si incontrano e si raccontano sullo sfondo del quartiere parigino di Belleville, dimora dei personaggi dei romanzi di Pennac.


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recensione di Francesca Teti