Claudio Giunta / Giovanna Silva

Claudio Giunta / Giovanna Silva Togliatti. La fabbrica della Fiat. Ediz. illustrata


Humboldt Books Saggi | 136 pp - Euro 24

30/11/2020 di Isabella Amaduzzi
Proust sosteneva che nei libri si legge se stessi, sono uno strumento per capirsi o per ritrovarsi. Credo sia capitato a tutti leggendo un romanzo, un racconto o una novella; ben più raro è che lo stesso accadda con un reportage o travelogue, quale è il volume di Claudio Giunta e Giovanna Silva uscito a giugno e dedicato a Togliatti – non il segretario del PCI – ma la città dove sorse la fabbrica della Fiat a mille chilometri sud-est di Mosca.

Letto tutto di un fiato, nemmeno fossero stati i miei genitori ad essere emigrati nel 1969 a Togliatti. Letto tutto di un fiato in un pomeriggio di fine ottobre e non per necessità da reclusione da Covid, ma perchè da quelle pagine e da quelle fotografie è venuto in superficie poco a poco quanto avevo imparato negli anni di studio prima e in quelli di insegnamento di storia del disegno industriale poi. Il design non è esclusivo, modaiolo e per pochi. Il design è il più delle volte progetto del quotidiano e dovrebbe soprattutto essere cultura di impresa e dunque storie di uomini e donne che a queste imprese hanno dedicato gli anni migliori della propria vita e storia di luoghi che hanno accolto il coraggio, le paure ma anche le emozioni di questi progetti.

Date storiche, documenti, fotografie di archivio, nomi e cognomi di dirigenti, ministri e operai, emozioni, ricordi, miti, leggende, realtà, amori e abbandoni, doppie famiglie, storie di emigrazioni e immigrazione, di partenze e rientri tutto questo scorre nella pagine scritte da Giunta e accompagnate dagli scatti di Giovanna Silva. L'autore, torinese di nascita, conosce bene la Fiat e questo lo ha aiutato ad andare - con sguardo critico e disincantato - alla scoperta della grande fabbrica di automobili sulle rive del Volga. Le foto, tutte molto belle e poste a chiusura del volume, sono battiti di una vita iniziati più di cinquanta anni fa e fanno venir voglia di andare a visitare quei luoghi anche in treno partendo da Porta Nuova, come fece lo zio Arnaldo, per arrivare a Togliatti dopo 68 ore di viaggio. Un libro che spinge a scoprire, a voler andare a saperne di più di un capitolo di storia aziendale italiana e mondiale, un reportage che ricorda come esista ancora oggi, a 30 anni dalla caduta del Muro di Berlino, tanta storia del quotidiano, nel senso più profondo e serio del termine, da scrivere.

La Zighulì (per noi FIAT 124) come tanti altri prodotti del blocco orientale faticano a trovare spazio nei manuali o musei del design. Eppure anche loro sono la testimonianza vivente di quel sogno della mobilità individuale, del mito del progresso e della velocità, tasselli di storia del progetto tra Guerra Fredda e propaganda, risultati di lotte e adattamenti al clima e di difficoltà linguistiche. Sono semplicemente storie che vale la pena di ricordare e raccontare.