Hanno tutto, ma non basta. Ci deve essere qualcosa che manca, ma cosa? La risposta la da uno dei giovani personaggi del libro: "manca qualcosa da perdere". Sono giovani, poco più che adolescenti, hanno genitori ricchi che lavorano nello spettacolo, abitano nella sfavillante west coast statunitense, ed hanno provato tutto o quasi. Il libro dipinge il vuoto generazionale di questi ragazzi in maniera impietosa, i dialoghi si susseguono in forma frammentata ed in modo da far traspirare la loro banalità e assenza di contenuti, in maniera così totalizzante da lasciare interdetti. Lo stile narrativo delinea in modo impeccabile il vuoto dentro le parole che scorrono fra i ragazzi, e queste appaiono buttate lì solo per riempire uno spazio fra due silenzi. I valori tramontano e non conta più nulla, le giornate scorrono tutte uguali, è tutto un magma di nulla, e quando qualcuno, tanto per dire qualcosa, chiede all'altro: -" cosa hai fatto ieri?". La risposta è: - "le solite cose". - "Ma quali sono le solite cose?" - "Boh, e chi si ricorda...", e così via su questa lunghezza d'onda si scivola fino alla fine.