Antonio Manzini

Antonio Manzini Ogni riferimento è puramente casuale


Sellerio, 2019 Narrativa Italiana | Romanzo

23/07/2019 di Corrado Ori Tanzi
Ogni arte, professione e mestiere è un universo che, per chi lo frequenta per ragioni di lavoro, diventa una sorta di centro di gravità iper-permanente.  Ho conosciuto fabbri secondo cui il mondo gira attorno alle proprie chiavi e macellai il cui taglio di carne cruda è paragonabile alla divisione dei pani e dei pesci a opera del figlio del Santo Benedetto.

Qualche anno fa il francese Frédéric Beigbeder scrisse un romanzo confessione (Lire 26.900) sulla sua esperienza quale copywriter ad altissimi livelli e così i pubblicitari d’oltralpe vennero sistemati. Ora, da noi, esce per Sellerio un’autentica gemma letteraria e di costume a firma di Antonio Manzini intitolata Ogni riferimento è puramente casuale, sette racconti in cui l’ambiente editoriale legato ai libri viene denudato con sarcasmo e impudemente scarnificata la sua aurea più intima. Lo scrittore, l’editor, l’editore, l’ufficio stampa, il critico letterario, il libraio, figure professionali di un’industria culturale schizofrenica e battona che impegna ogni atomo della propria energia a racimolare danaro utilizzando ogni tecnica seduttiva e di marketing che il libro oggi ancora sa offrire.

Il libro. Nelle intenzioni, un oggetto di trasmissione della cultura e di accrescimento delle qualità umane, nel concreto un mezzo attorno al quale azionare ogni arma per arraffare il grande tesoro del ricavo in bilancio. Il libro? Sì,ma solo se bestseller.

Via quindi con la mania della copertina e del risvolto in quarta, il do ut des delle interviste e di ogni apparizione mass mediatica, gli apericena scollati, la mania degli incontri coi lettori, il posizionamento nelle vetrine delle librerie, i tic più furibondi dell’ambiente, le “genialità” a ogni pié sospinto con cui si traveste un unico vuoto afono.

Il padre del vicequestore di polizia Rocco Schiavone dà vita a sette quadri in movimento che ci illustrano la sintassi e la grammatica di una professione i cui attori e attrici sono più che consapevoli di produrre puro sterco col quale si sfamerebbero intere distese di campo grandi cinque volte la Pianura Padana.

E c’è pure tanta malinconia in queste pagine. Per chi ancora pensa con ostinazione che un libro sia un libro e una libreria una libreria. Nel significato che hanno consegnato i nostri avi. Lettura imposta dal nostro volerci bene.

 Antonio Manzini, Ogni riferimento è puramente casuale, Sellerio, 288 pagg., 13 euro

Corrado Ori Tanzi – https://8thofmay.wordpress.com