Aliya Whiteley

Aliya Whiteley La muta


Carbonio editore Collana Cielo stellato (2021, pp. 224, € 15,50, eBook € 7,99) Letteratura Straniera | Societ� | Fantascienza

18/10/2021 di Arianna Marsico
Il titolo, La muta, mi faceva pensare a un personaggio che soffrisse di afasia. Invece l'inglese Aliya Whiteley ci regala, grazie all'edizione italiana di Carbonio editore,  e alla traduzione di Olimpia Ellero, un romanzo distopico, ambientato in un mondo in cui gli esseri umani cambiano pelle dopo un certo numero di anni. E con ogni muta viene meno il sentimento di amore verso la persona con cui stavano. In fondo anche non esprimere più amore è un po’ un restare muti. Le pelli però, se conservate e non smaltite come la legge prevede, in qualche modo conservano quell'amore, che viene percepito se le si tocca. 

Molti imparano a vivere con serenità questa situazione, riescono persino a rimanere con chi amavano, ma Rose Allington, la protagonista, no. Soffre della Sindrome della Muta Estrema, che la costringe a mute più frequenti e dolorose, che la portano a ricominciare una nuova vita. A fuggire da quello che era il suo grande amore, la star del cinema Max Black. Sarà lui però dopo tanti anni a rintracciarla, portando lei, e non solo lei, a fare i conti con il passato. Sulla storia principale infatti si innestano le vicende di altri personaggi con le loro storie d'amore. Sembra non esserci alternativa a lasciarsi alle spalle i sentimenti, eppure un farmaco, il Suscutin, sembra offrire la soluzione...

La muta pone e fa porre parecchie domande, lasciandone però parecchie senza soluzione. Ci sono volutamente dei buchi nella narrazione, nella quale si alternano i diversi protagonisti in prima persona e la voce dell'autrice. Questi vuoti però portano la fantasia del lettore a crearsi una propria versione dei fatti. Il tema principale è il nostro rapporto con i sentimenti, se sia possibile vivere senza o nonostante la loro presenza. Viene indagato in modo originale. La cifra dei personaggi principali è però la loro malinconia, il non aver trovato posto in un mondo che cambia ancora più spesso delle loro pelli.

 

“Come se provassi amore
Quanto è difficile da immaginare
Come una guerra dove non si muore
O una malattia che non ha sintomi
E anche senza cura non dà dolore
Come se provassi amore
Ma non saprei da dove cominciare
Una ferita che non fa male
O una storia che vivi e poi racconti
Ma non puoi cambiare, non la puoi cambiare, non la puoi cambiare”

(Come se provassi amore, The Zen Circus).