Alessandro Cattunar

Alessandro Cattunar Storia di una linea bianca


Bottega Errante Edizioni, Collana Obiettivo, 2024, 400 pagine, 25 euro Saggi | Società | Storia

20/10/2024 di Arianna Marsico

Storia di una linea bianca di Alessandro Cattunar, con le illustrazioni di Elena Guglielmotti, è in realtà un libro corale. Senza sminuire il certosino lavoro di ricostruzione storica da parte dell'autore su fatti spesso poco noti ai più e ancora più spesso tirati fuori solo a fini propagandistici, il contributo offerto dalle voci dei testimoni, sia italiani sia sloveni, è impagabile, Vilma Braini in primis.


Le voci sono quelle di coloro che il 16 settembre 1947 hanno visto improvvisamente Gorizia separata dalle sue terre. La convivenza tra la parte giuliana e quella slovena era ormai difficile, dopo che, ancora prima della guerra e delle mire di Tito su quei territori, già il tentativo di deslavizzazione perpetrato dal fascismo aveva rotto un equilibrio consolidato. Storia di una linea bianca ha il merito di mettere nuovamente insieme ciò che la Storia ha separato in modo artificiale, di spiegare con chiarezza e senza faziosità i fatti che, oltre a portare alla creazione di una frontiera invalicabile (o quasi, per anni), hanno avuto esiti drammatici come le foibe.


Gli impatti sulla vita degli abitanti di Gorizia e della neonata Nova Gorica furono devastanti. La scelta di stare da una parte o dall'altra separò affetti familiari e non solo: nonni da una parte, nipoti dall'altra, amicizie perdute.

La città rimasta perdeva il suo contado, e gli abitanti di quest'ultimo, passato alla Jugoslavia, erano costretti ad approvvigionarsi con le tessere e spesso a restare privi di oggetti di prima necessità come aghi e scope di saggina, che diventano il simbolo della Domenica delle scope, il 13 agosto 1950, quando fu forzato da 5000 persone il varco temporaneo previsto quel giorno nella frontiera per poter riabbracciare i propri cari e comprare ciò che mancava. La costruzione di Nova Gorica avrebbe richiesto anni, e non sarebbe comunque avvenuta secondo il più armonico progetto originale.

Il libro arriva anche fino ai giorni nostri. Il crollo del muro di Berlino e l'indipendenza della Slovenia nel 1991 contribuirono molto ad alleggerire ulteriormente le limitazioni, fino a una sorta di secondo crollo. Con l'annuncio dell'ingresso della Slovenia in Europa, ecco che, il 12 febbraio 2004, il sindaco di Gorizia Vittorio Brancati e quello di Nova Gorica Mirko Brulic danno al via alla demolizione della rete che divideva le città, tra la commozione degli anziani e la.gioia anche dei più giovani, città che fra l'altro nel 2025 saranno insieme un'unica capitale europea della Cultura.


"Non è più necessario decidere da che parte stare. Perché quello sotto i nostri piedi non è più un confine, ma nuovamente una frontiera. Perché semplicemente, siamo in Europa ".

Una lezione troppo spesso dimenticata e che Storia di una linea bianca ha la forza di riaffermare.





ALESSANDRO CATTUNAR Goriziano d’origine, è dottore di ricerca in Storia contemporanea e insegnante. Con l’Associazione Quarantasettezeroquattro, di cui è presidente, si occupa di public history cercando di raccontare il confine tra Italia e Jugoslavia servendosi di forme espressive e linguaggi sempre diversi, dall’audiovisivo al teatro, dalla performance alle installazioni artistiche. È curatore dei progetti “Strade della memoria. Archivio della memoria dell’area di confine”, “Topografie della memoria. Museo diffuso dell’area di confine” e del museo multimediale “Lasciapassare/ Prepustnica”. Si occupa anche di produzioni audiovisive e teatrali ed è condirettore di “In\Visible Cities. Festival urbano multimediale”. Oltre ad articoli accademici ha pubblicato il volume Il confine delle memorie.

Storie di vita e narrazioni pubbliche tra Italia e Jugoslavia 1922–1955 (Mondadori, 2014).


ELENA GUGLIELMOTTI È un’art director italo-slovena. Ha lavorato sia in Italia che all’estero, ricoprendo il ruolo di visual designer presso agenzie di comunicazione e consulenza. Oltre al suo impegno come progettista grafica, si dedica anche all’illustrazione e all’insegnamento.