Vinyl

Drammatico

Vinyl Vinyl - stagione 1


2016 » SERIE | Drammatico



05/09/2017 di Claudio Mariani
E’ difficile parlare di qualcosa che ha avuto una conclusione così inaspettata. A tutti gli effetti Vinyl, dopo un primo rinnovo, ha ricevuto la tanto temuta sospensione dopo alcuni mesi, ed è stata bollata come delayed. Ma comunque vale la pena parlarne, per diversi motivi. La creatura di Mick Jagger e Martin Scorsese è una super-produzione, ed è questo il motivo per cui doveva necessariamente avere un riscontro di pubblico enorme. Poco importa se la qualità del prodotto sia altissima o no.

Supportata da un più che discreto baggage pubblicitario, la serie racconta le vicende di una casa discografica e del suo socio fondatore di riferimento, Richie Finestra, nella fervente New York dell’inizio degli anni Settanta. Le vicende si muovono tra situazioni/stereotipo associate al Rock, soprattutto di quegli anni: quindi droga (tantissima), sesso (tantissimo) e soldi (tantissimi)! Attorno a Richie c’è il variegato mondo della sua etichetta e del music businnes. E così sono inserite gustose comparsate di moltissime star di quegli anni, da Andy Warhol ai Led Zeppelin, da Alice Cooper ai New York Dolls, da John Lennon a Lou Reed e i Velvet Underground e sorprattutto Bowie, per il quale vi è una dedica speciale degli autori. La storia regge e piano piano diviene una sorta di spirale, dove tutto inizia a girare attorno al focus centrale. Le vicende sono curiosamente intervallate da “stacchi” con interpretazioni dei musicisti dei decenni precedenti, quali Buddy Holly etc…e questa è l’unica scelta stilistica un po’, diciamo, artificiosa.

Un Bobby Cannavale mattatore, di una bravura totale, interpreta Richie, ma di fianco a lui tanti altri bravi attori, da Olivia Wilde alla promettente Juno Temple, ma anche al figlio di Jagger (James Leroy) che nel film fa la parte dell’aspirante Rock star, frontman dei Nasty bits.

Chiaramente grande musica a fare da protagonista, con brani di quegli anni, in parte reinterpretati da band odierne. Spicca in particolare una versione di Life on Mars di Trey Songz.

Quindi, perché sprecare tempo per vedere una stagione di un serial che non avrà mai seguito? Ne vale la pena, credetemi, e se non volete cimentarvi nell’impresa (sono pur sempre puntate da un’ora), allora guardate il solo pilot che dura quasi due ore ed è firmato da uno Scorsese in stato di grazia: una puntata che è quasi autoconclusiva e che andrebbe annoverata come film e inserita nella filmografia del regista italoamericano.

Comunque serie imprescindibile per chi si nutre di Rock…e non solo!

 

COSA FUNZIONA: La capacità di mischiare la finzione con il reale

COSA NON FUNZIONA: Gli inserti musicali delle glorie del passato (soprattutto anni ’50)