Shekhar Kapur

storico, drammatico

Shekhar Kapur ELIZABETH - THE GOLDEN AGE


2007 » RECENSIONE | storico, drammatico
Con Cate Blanchett, Clive Owen, Geoffrey Rush, Rhys Ifans, Tom Hollander, Samantha Morton

di Claudio Mariani
Parlando di questo film si corre il rischio di cadere in un monologo elogiativo sulla grande Cate Blanchett e dimenticarsi del film stesso. Allora sgombriamo il campo e occupiamoci prima dell’uno e poi dell’altra. Anzitutto diciamo che questa pellicola segue quella che, quasi 10 anni fa, narrava le gesta di Elizabeth nei primi anni del suo regno: stesso regista indiano (Shekhar Kapur), e due degli stessi protagonisti principali (la Blachett e Geoffrey Rush), a cui si aggiungono positivamente Rhys Ifans, bravo e duttile trasformista, Samantha Morton nei panni di Maria Stuart, e un Clive Owen quanto mai inadeguato. E’ proprio a questo nome che si legano i difetti del film, sembra fuori parte, un parte quella di sir Walter Raleigh che agita il cuore della regina che, sebbene abbia un riscontro storico, sembra inserirsi nel film con molta fatica. La pellicola invece regge, storicamente abbastanza coerente (ma in fondo in fondo cosa ce ne importa?), la regia anche, il senso tragico di sottofondo sempre presente, ma soprattutto è dal punto di vista estetico che si hanno le soddisfazioni maggiori: la cura dei particolari, la fotografia, i colori e i costumi splendidi creano delle scene assolutamente affascinanti. Anche le location meritano, cattedrali inglesi gotiche da una parte e spagnole dall’altra (bellissime le scene con protagonista Filippo II di Spagna, rigorosamente rese in lingua originale con uno spagnolo cupo, profondo), scene quasi tutte al chiuso, e quando la storia si sposta all’esterno per la battaglia navale c’è un po’ più di movimento e anche in questo caso non mancano le sequenze memorabili, come quella ripresa sott’acqua. E la storia? Dove la lasciamo, in questa recensione sconclusionata? Riassumiamola in poche parole: Elizabeth ormai governa da quasi trent’anni il Regno Unito, ma deve fare i conti con la Spagna dal fervente cattolico Filippo II che prepara con la Grande Armata l’invasione dell’Inghilterra. Inoltre la regina deve fare i conti con complotti interni, con Marian Stuart imprigionata, e con le “passioni” del cuore a cui abbiamo già accennato. E poi veniamo a lei, Cate Blanchett, una regina, nel vero senso della parola, una regina della recitazione, un fisique du role perfetto che la rendono istantaneamente in sintonia con la parte. Certo, a 9 anni di distanza dal film che la rivelò, la sua recitazione, il suo personaggio hanno invaso i nostri ricordi impressionandocela nella mente, facendoci invece impallidire il ricordo del film in se stesso. Anche in questo caso il pericolo si sarebbe potuto correre, in più la Blanchett ha portato avanti la sua carriera ritagliandosi un ruolo da una parte di grande attrice hollywoodiana, e dall’altro quella di attrice di culto (caratteristiche apparentemente inconciliabili, ma che la accomunano con altri personaggi, J.Deep su tutti); però questo “secondo” capitolo sembra più solido, e dovrebbe sopravvivere alla luce irradiante dell’attrice australiana. In definitiva un bel film, dopo la Marie Antoinette della Coppola, sicuramente meno convenzionale, più coraggiosa e spregiudicata, il cinema ci regala un’altra reale all’altezza, certo presentata in una forma più classica, ma d’altronde, qui si sta paralando di storia, e della storia dei reali della terra d’Albione non si può scherzare, almeno non più di tanto…