Che strana la vita di certi film: annunciata l’uscita in un certa data, escono prima e stanno fuori pochissimo, poi vengono rilanciati (in ritardo) da trailer vari, dopodiché ritornano in alcune città mentre in altre non sono mai usciti. Sono i classici film che riesci ad andare a vedere e due giorni dopo te li ritrovi sugli scafali dei videonoleggi. Strani destini, solitamente riservati a film inguardabili o troppo colti; questo film non è niente dei due, un film senza pretese che comunque merita di essere visto, solamente senza nessuna aspettativa particolare. Wonderland non è altro che la narrazione meticolosa dei fatti che, nel luglio del 1981, videro immischiato in qualche maniera il “re del porno” mr. John Holmes. Una notte quattro persone furono brutalmente massacrate e un’altra fu ridotta in fin di vita in un appartamento in Wonderland Avenue, in California. La faccenda non fu mai del tutto chiarita, e i sospetti (mai concretizzati) su Holmes furono più che fondati, visto che il più famoso attore hard della storia del cinema da anni ormai frequentava giri a dir poco loschi, grazie alla sua dipendenza dalle droghe. Cattive amicizie, giri di criminali, assassini e la sempre assente lucidità del protagonista vengono riportati fedelmente dal film del giovanissimo ventisettenne James Cox. Il film parla soprattutto di quanto successe quella notte e nei giorni dopo, creando più linee di lettura differenti, in modo da dare la possibilità allo spettatore di “scegliere” la propria verità. Da questo punto di vista il film è riuscito, anche se è tutto tranne che un film da consegnare agli annali del cinema, se non per la qualità tecnico-artistica del suo giovane autore (che ha scritto anche la sceneggiatura) che usa uno stile registico molto attuale fatto di soluzioni più vicine al videoclip musicale che a quello del cinema “classico”. Bella l’interazione anche con le musiche e nella capacità di riportare tutto un mondo (la fine dei Settanta) dentro i quattro lati dello schermo. Manca sicuramente qualcosa, anche se si fa fatica a capirlo, e quel qualcosa non sono le comprimarie della storia, la moglie (Lisa Kudrow, molto brava) e la giovanissima amante (Kate Bosworth, brava e bella, anzi bellissima), né la storia che regge, né lo stile che, come abbiamo visto è godibile…ciò che davvero manca dal film è proprio lui, John Holmes; manca sia perché sembra che il suo ruolo sia solo di “contorno” alla storia, sia perché Val Kilmer avrà pure un debole per i ruoli di maledetti e tossici, ma manca completamente del physique du role per interpretare colui che ci lasciò oramai nel lontano 1988; delle 14.000 donne del re, dello scanzonato mondo del porno e del sesso sfrenato il film non tratta assolutamente, per quello è meglio vedersi l’ottimo Boogie Nights e per ricercare il ghigno ironico di John Holmes, visto l’espressività di Kilmer, non resta altro che rispolverare quelle cassette che hanno accompagnato la vita di tanti, tanti adolescenti…