Isao Takahata

Cartoni animati

Isao Takahata Pioggia di ricordi


1991 / 2024 » RECENSIONE | Cartoni animati | Avventura



10/07/2024 di Roberto Codini
Ritorno al passato: la campagna felice di Isao Takahata

“I tipi di film che ho voluto fare non sono quelli che soddisfano il pubblico nell'immediato. Sono molto felice di essere stato capace di creare lavori che fanno parlare la gente anche dopo. Mi sento molto contento e realizzato quando vedo persone, in un caffè o in altri posti, che commentano un mio film dopo averlo visto. Perché non sono solo mossi dalle emozioni del momento, ma significa che sono stati in grado di prendere dal film qualcosa che riguarda la loro vita, discutendone anche dopo, e di aver avuto molto di più di un semplice impatto". 

Nato nel 1935 nella Prefettura di Mie, Isao Takahata sin da giovane è affascinato dalla letteratura e dalla musica. Laureato in francese, durante gli anni di studio si avvicina allo scrittore e sceneggiatore Jacques Prévert. In Takahata si fa strada l'idea di proporre al pubblico opere originali e di allontanarsi dagli ormai abusati canoni imposti dalla cultura americana. Il sensei vuole anime che siano diversi, più personali e con una trama più lenta, che li avvicini al reale cammino di vita dell'uomo. Dirige il suo primo film: La grande avventura del piccolo principe Valiant, noto anche con il nome de Il segreto della spada del sole. Durante la realizzazione di questa pellicola, il giovane regista fa la conoscenza dell'altro grande nome destinato a lasciare il segno in questo panorama: Hayao Miyazaki. "Un germoglio di bamboo prima che le prugne siano fiorite”.

"Il mio ideale di ciò che un bambino dovrebbe essere - qualcosa che io non ho potuto essere”. Quando pensiamo ai film dello Studio Ghibli, ciò che ci viene in mente sono i mondi fantastici popolati dalle creature più strane, ma, tra gli elementi che più definiscono il lavoro dell’importante studio d’animazione, c’è un sentimento di assoluto e incrollabile rifiuto della guerra.

Isao Takahata e Hayao Miyazaki, entrambi fuggiti dalla Toei Animation dopo il clamoroso flop di un film a cui avevano lavorato insieme sotto la supervisione dello stesso ÅŒtsuka – La grande avventura del piccolo principe Valiant – e, proprio per questo, messi ai margini delle nuove  produzioni, accettarono di buon grado e si ritrovarono in un ambiente in cui fu data loro la libertà di esprimersi come meglio credevano.

Pioggia di ricordi: Nel 1982, a Tokyo, un’impiegata ventisettenne di nome Taeko cerca di fuggire da una realtà urbana modellata da infinite promesse e traguardi importanti da raggiungere, sia in ambito lavorativo che sentimentale. Taeko decide di concedersi una breve vacanza in campagna, a Yamagata. Qui la giovane donna trascorrerà un soggiorno di lavoro presso la famiglia del fratello di suo cognato, aiutandoli nella raccolta del cartamo. Uno spunto efficace per poter navigare all’interno dei ricordi di Taeko, cominciando a far riaffiorare la sua infanzia e adolescenza.

Con Pioggia di Ricordi si ritorna nel periodo della prima cotta, della pubertà e i problemi sentimentali di facciata. Un percorso di consapevolezza essenziale per definire al meglio il carattere di Taeko, che ha bisogno di interagire con gli abitanti di una città rurale incorniciata da montagne. Quello della ventisettenne Taeko però non è un ritorno al futuro, come nel cult di Zemeckis, ma un ritorno al passato: Taeko rimpiange la sua infanzia e, quando si accorge di provare qualcosa per un ragazzo di campagna, prenderà una decisione non scontata.

Non possiamo rivelare il bellissimo finale, ma ci limitiamo a evidenziare le musiche, con una canzone italiana (scoprirete quale) e con un omaggio a Roma (la “vasca Roma” è la vasca prediletta dalla Taeko bambina, che richiama alla mente le incredibili vasche e i bagni del bellissimo “La città incantata” , il film premio Oscar di Myiazaki.

I due fondatori dello Studio Ghibli sono due autori molto diversi: uno, Myiazaki, predilige l’animismo della natura, nella quale alberga Dio; pensiamo al Dio Cervo, al Dio del Fiume liberato da Chihiro e allo Spirito del bosco. Lo stesso Totoro, il personaggio che è il simbolo del marchio dello Studio Ghibli, è una divinità, anche se è una creatura a metà tra il gatto e l’orso.

L’altro, Takahata, concentra l’attenzione più sulla psicologia dei personaggi e nel suo cinema l’elemento naturalistico ed ecologista c’è, ma è più sfumato; in un certo senso i due registi sono complementari. Un mondo di sogni animati ci regala il cinema di Takahata, ma ci sentiamo di consigliare, subito dopo, la visione di film di Miyazaki, anche per capire come sia possibile realizzare dei capolavori di animazione senza gli effetti speciali del computer.

Il cinema dello Studio Ghibli è un effetto speciale. Ed è meraviglioso.