Coralie Fargeat

Horror

Coralie Fargeat The Substance


2024 » RECENSIONE | Horror | Fantascienza
Con Demi Moore, Margaret Qualley, Dennis Quaid



13/11/2024 di Roberto Codini
The elephant woman: se lasci non raddoppi

No, non è la fenomenologia di Mike Bongiorno e non c’entra Umberto Eco. Harvey (Dennis Quaid) non è Mike e il suo show televisivo non è un tele-quiz. La protagonista Elisabeth Sparkle (Demi Moore) non è più una ragazza, ma ha un gran fisico e insegna ai telespettatori l’educazione fisica. Ma forse è arrivato il suo tempo e ci vuole una diva più giovane, con un corpo più giovane. Per questo c’è “la sostanza” (“the substance”, appunto) che ti fa diventare un’altra e ti regala un altro corpo; perché ciò accada bisogna morire e dal guscio non più giovane prende forma una ragazza giovane. E bella, molto bella. 

Demi Moore si apre letteralmente e spunta fuori lei, Sue (Margaret Qualley), una ragazza bellissima, che prende il posto di Elisabeth e le ruba la scena.

Il film è tutto al femminile, a partire dalla regista, ma non convince, nonostante i numerosi riferimenti cinematografici: c’è il Croneberg di “Il demone sotto la pelle” e di “Videodrome”, c’è Il ritratto di Dorian Gray e c’è anche “The elephant man” di Lynch, ma, a differenza di quest’ultimo, non commuove e non fa tenerezza, ma solo impressione. È un film troppo lungo (due ore e mezza), non può essere definito un horror, anche se c’è l’orrore, e non spaventa nonostante il mostro. Il mostro, o meglio la mostra, non viene sbattuta in prima pagina, ma data in pasto al pubblico, feroce e cattivo, che assolve la bellezza, vuole distruggerla quando sfiorisce e la calpesta quando appassisce senza pietà. 

Consapevole di far parte di una minoranza (e da morettiano ne sono felice) mi sento di definire questo film non spaventoso, non violento, ma mostruoso. La mia vicina di sedia, alzandosi dopo la proiezione, lo ha definito “disgustoso”, e de gustibus non est disputandum, per carità. Ma “the substance” è disgustoso davvero. La bravura e la bellezza di Demi Moore e di Margaret Qualley non sono sufficienti a rendere bella una pellicola eccessiva e disturbante che annoia.

Dopo aver visto il film viene voglia di rivedere “Alien”, dal primo all’ultimo, dove nasce un mostro vero e fa paura, dove l’orrore viene dallo spazio e ha una spiegazione e dove una ragazza combatte il mostro, non lo diventa.


SPOILER

Nell’ultima scena del film una idropulitrice spazza via del materiale depositato sul nome della protagonista nella Walk of Fame con la faccia di Demi Moore. A nostro parere è la scena più bella del film, perchè ripulisce il cinema dai residui tossici restituendo al pubblico la stella.
Per essere migliori e per fare buon cinema non servono sostanze ma idee e, per citare il grande Tiziano Sclavi, “i mostri siamo noi”.
E questo, comunque la si pensi, riassume bene la “sostanza” di questo film.