Pablo Larraín

Storico

Pablo Larraín No - I giorni dell'arcobaleno


2012 » RECENSIONE | Storico | Drammatico
Con Gael García Bernal, Alfredo Castro, Antonia Zegers, Luis Gnecco, Marcial Tagle, Néstor Cantillana, Jaime Vadell, Pascal Montero, Diego Muñoz, Manuela Oyarzún, Alejandro Goic, Christopher Reeve, Augusto Pinochet, Jane Fonda, Richard Dreyfuss

20/05/2013 di Arianna Marsico
Dire “NO” per dire “SÌ”. Sì all’allegria, alla voglia di costruire un futuro in cui nessun cileno debba avere paura di un altro cileno. No al terrore, al passato di dolore e paura.

Pablo Larrain, con una taglio più da documentario che da film, racconta la storia della campagna per il NO al regime di Pinochet che il sanguinario dittatore cileno nel 1988 fu costretto ad indire per le pressioni internazionali. Si annunciava come un referendum farsa, che le forze di opposizione pensavano di usare solo per diffondere maggiore consapevolezza. Non credevano di vincere.

Ma René Saavedra (Gael García Bernal), che lavora come ideatore di campagne di marketing (e ha alle spalle una infanzia lontana dal Cile perché il padre fu esiliato), ha la pazza idea di pensare che si può vincere. Mette le astuzie del mestiere a servizio della causa quando Urrutia ( Luis Gnecco) gli chiede una mano. E fatica non  poco per imporre il sentimento alla base della sua missione impossibile: l’allegria. Basta con spot impregnati di immagini e ricordi del cupissimo passato del paese. Tutto sacrosanto, per carità,  ma alla gente va data speranza: “è già abbastanza spaventata” dirà René a chi, nel partito di opposizione al regime, insiste nel riproporre la storia recente. Il pubblicitario si trova dirigere coreuti dai volti prima scavati ed angosciati e poi via via più fiduciosi. Si può quasi dire che il regista dia un’angolazione individuale ad un film corale.

Pablo Larrain nelle sue riesce a non tradire il mood dominante degli spot elettorali di Saavedra: leggerezza e speranza nel futuro. Senza per questo fare un film vacuo o che lesina sull’orrore. E con un finale tutt’altro che scontato.

La consapevolezza di René di fare la cosa giusta nel sostenere la campagna non è una folgorazione per la via di Damasco, ma fa capolino pian piano. Gutta cavat lapidem. E allo stesso modo pian piano parte del popolo cileno decide che la solidità economica non basta più.

D’altro canto un loro illustre connazionale scrisse “Vola solo chi osa farlo”, e non serve essere gabbiani per farlo.