Anthony Byrne, Michael Lennox, Mary Nighy, Alice Seabright

Drammatico

Anthony Byrne, Michael Lennox, Mary Nighy, Alice Seabright Non dire niente


2024 » RECENSIONE | Drammatico | Storico
Con Lola Petticrew, Hazel Doupe, Anthony Boyle, Josh Finan, Maxine Peake



29/11/2024 di Valerio Corbetta
Un’analisi dei fatti legati al conflitto nella parte nordorientale dell’Isola di Smeraldo. Ma anche, e soprattutto, un’introspezione nei sentimenti che hanno scosso una generazione e stravolto centinaia di vite, di famiglie, creato e distrutto amicizie, scavato nell’anima di un popolo (quello dei cattolici dell’Irlanda del Nord), anzi di due (quello dei loro omologhi protestanti), addirittura tre (quello inglese) o meglio quattro (quello irlandese).

Basata sul romanzo “Say Nothing” del 2018 scritto da Patrick Radden Keefe (che è anche produttore esecutivo del progetto televisivo, a garanzia di fedeltà della trasposizione letteraria a quella televisiva) e su un’ampia consultazione di documenti, reperti, registrazioni e interviste, la serie “Non dire niente” è da un paio di settimane disponibile sulla piattaforma Disney+, con audio in lingua originale che consente di tuffarsi nel pesante accento irlandese degli attori, e la possibilità di accedere ai sottotitoli in italiano. Nove puntate di poco meno di un’ora ciascuna, in cui si sviluppano due storie apparentemente autonome, ma che troveranno il tragico punto d’incontro sul finire del racconto, chiudendo un cerchio di violenza, ricerca della verità, rabbia e rimorso.

Non è un giallo, non è un docu-film, non è nemmeno un thriller o un film psicologico, ma tutto questo in uno. Indagine sulla transitorietà dei sentimenti dei protagonisti all’interno di un arco temporale che va dagli inizi degli anni ’70 fino alla fine del secolo: crescita ed evoluzione (o devoluzione, se la si vuol vedere da una diversa prospettiva) di ideali, desiderio di cambiare la storia che si trasforma in cieca adesione o in distacco progressivo, presa di coscienza di quanto la lotta armata come extrema ratio abbia inciso per tutti quegli anni nella vita, nella filosofia, nel modo di essere di chi era chiamato ogni giorno a confrontarsi con la violenza, che fosse da una parte o dall’altra della barricata.

Il tema nordirlandese è troppo profondo per poter esser sviscerato in pieno da una serie tv in 9 puntate. Ma “Non dire niente” è costruita ottimamente sul piano della ricerca delle fonti, nella scelta degli attori, della fotografia, della costruzione della trama. Pecca solo a volte di lentezza e focalizzazione su particolari alla fine poco determinanti: ma ha il grande pregio di aprire una breccia tra le convinzioni in chi vi si approccia con la mente aperta e il desiderio di capire qualcosa in più rispetto alle convenzionali posizioni preconcette, sul tema dell’indipendenza delle Six Counties. L’ossessiva ripetizione della presa di distanza di Gerry Adams dall’IRA e dalle sue operazioni militari, posizionata ogni volta prima dei titoli di coda, sembra messa lì per instillare dubbi. O rafforzare certezze.

Da vedere. Con una Guinness o un doppio malto a fianco.