Marta Cagnola e Simone Fattori

Marta Cagnola e Simone Fattori Musicarelli. L'Italia degli anni '60 nei film musicali


Vololibero, 2024, 250 pagine, 26,50 euro Musica | Saggi | Cinema

01/04/2024 di Laura Bianchi

I meno giovani, leggendo il titolo dell'agile volume dei giornalisti Marta Cagnola e Simone Fattori, esclameranno: "OH! I musicarelli! Quanto tempo!". Ma i meno giovani si chiederanno: "Ma cosa sono?".

In effetti, il genere cinematografico dei Musicarelli è sparito dai radar mondiali, per essere sostituito dai più articolati film musicali, mentre era uno dei generi di maggior successo, nell'Italia del boom economico, tra la fine degli anni Cinquanta e l'inizio dei Settanta, della rivoluzione generazionale, della scoperta del juke box e, diciamola tutta, dei giovani come target consumistico potenzialmente redditizio e ancora completamente inesplorato.


Musicarelli. L'Italia degli anni '60 nei film musicali risponde alla seconda domanda, e insieme riporta alla mente lontani ricordi per chi ha espresso la prima esclamazione; i due giornalisti, infatti, passano in rassegna ben settanta film, dal primo Lazzarella (1957), con un giovanissimo Domenico Modugno, al celeberrimo Non son degno di te, del 1965, che vede la notissima coppia, composta da un soldato d'eccezione, Gianni Morandi, e da Laura Efrikian, per concludersi con Piange il telefono (1975), in cui è di nuovo Modugno a chiudere una stagione non tanto breve, e sicuramente rappresentativa delle trasformazioni di una società.


L'analisi dei film, con tanto di pittoresche locandine, non esaurisce però la trattazione; ed ecco quindi precedere e seguire l'elenco una serie di interventi di inquadramento e approfondimento, che illuminano in modo chiaro ed esaustivo non solo il fenomeno, ma - soprattutto - l'epoca in cui questo si è manifestato, come indice di un momento del nostro costume in cui tutto è cambiato.

"Il linguaggio ideale per raggiungere il pubblico dei giovani è veloce, leggero, energico, ma anche romantico e sognatore", scrivono gli autori; e possiamo trovare in questa efficace definizione i semi per un processo di simbiosi tra musica commerciale, pubblicità e persuasione nemmeno troppo occulta, che ancora segna il nostro mondo musicale. Inoltre, vengono passati in rassegna tutti i temi che percorrono i musicarelli, dalla condizione femminile alla liberazione sessuale, dal servizio militare agli attriti tra padri e figli, alla sfida dei secondi nei confronti dei primi, in senso sia culturale, sia politico, e ne emerge un quadro nitido di come eravamo, che ci aiuta a capire come siamo ora.


Non basta: un qr code a una Playlist Spotify https://open.spotify.com/playlist/7s0d4lyXi1Gvjr4tCQMpsu?si=d0704da9ff6145e3 presenta sessanta canzoni tratte dalle pellicole, a ulteriore esemplificazione di quanto espresso nella parte analitica, e, inoltre, gli autori hanno intervistato i testimoni del tempo, come Bobby Solo, Rita Pavone, Orietta Berti, Iva Zanicchi, Mal, Al Bano, e molti altri, che ci regalano aneddoti curiosi e riflessioni non scontate per chi non sa nulla, o sa poco, o male, non solo dei musicarelli, ma anche del contesto storico e culturale di cui essi sono espressione.

Il tutto è reso con uno stile fresco, a volte ironico, ma sempre preciso, e scevro di quella melassa nostalgica che spesso ammanta una sorta di "reducismo" tipico di chi ha vissuto quel periodo: condizione necessaria per una lettura piacevole, e insieme utile alla comprensione di quelli che, con frettoloso entusiasmo, alcuni si ostinano a definire "i favolosi anni Sessanta".




Marta Cagnola: Giornalista, lavora a Radio24 dal 2000. Da anni, oltre ad andare in in onda in diretta il sabato pomeriggio con Radiotube, è nello staff della redazione news in cui si occupa soprattutto di spettacolo. Non ama mettere confini riguardo ai temi trattati: infatti, segue musica e teatro, cinema e televisione e da oltre vent’anni partecipa, in veste di inviata speciale, ai principali festival europei. Tuttavia, non resiste al richiamo del piccolo schermo e, quando può, appare in video per parlare dei suoi temi preferiti.


Simone Fattori, giornalista e blogger, ha cominciato giovanissimo a frequentare il mondo della radio, prima in veste di conduttore in numerose emittenti locali, poi come collaboratore di Radio 24 e, successivamente, giornalista e ufficio stampa musicale.

Dopo la laurea in Sociologia, con specializzazione in comunicazione, e una tesi sulla radio, ha lavorato presso RNA-Radio Nazionali Associate e, in seguito, nella comunicazione istituzionale. Vive e lavora a Roma.