Banda Dei Falsari

Banda Dei Falsari

Rock , Reggae, etnico

Info

La BANDA DEI FALSARI nasce, in una sua prima versione, nel 1994. Dall’arrangiamento su basi elettroniche di brani propri e di pezzi tradizionali romaneschi si passa velocemente alla costruzione di una vera e propria band di ben 13 elementi che per quasi un anno sconquassa l’underground romano. I concerti si susseguono ad un ritmo frenetico e si arriva, nell’autunno, all’incisione di un brano nella nota compilation (con Mao, YOYO Mundi, Bisca, 99Posse e Meg) “HoKahey!” e al concerto con i 99 Posse al CSOA “Auro e Marco”. Le premesse ci sono: repertorio, groove ed energia. Mancano pero’ convizione e tecnica e i Falsari non reggono la quota. Poche settimane dopo è la fine del primo round: la Banda si scioglie. Gli umori e i temperamenti, la caratterialità che contraddistingueva e contraddistingue il gruppo hanno la meglio e i 13 giovanotti soccombono. Non poteva finire così e infatti non passano che pochi anni (quattro!) e la storia ricomincia: secondo round. È l’estate del 1998 e, di nuovo per gioco, nella mente dei superstiti della prima spedizione s’insinua un folle desiderio: La Baaandaaaa! Rifacciamolo! Infatti l’amicizia è sopravvissuta alla fine della “BANDA 1” e i contatti tra i vari suonatori, quasi massonicamente, non solo sono proseguiti ma hanno prodotto esperienze interessanti in altri ambiti artistici e il rinsaldarsi di amicizie vere. Gli anni che seguono vedono consensi ed esperienze indimenticabili: i duetti con Ugo Gregoretti, i concerti con Tetes de Bois, Francesco Di Giacomo, Avion Travel, Acustimantico, Ambrogio Sparagna, Teresa De Sio, Piero Brega, il Festival di Stradarolo, Enzimi, la Festa della Musica, l’Emergency Day, Special Olympics, tutti i locali live di Roma e dintorni e numerose puntate in altre Regioni. In tutto questo matura uno stile. All’inizio l’attenzione per i testi e il tentativo di “andare oltre” negli arrangiamenti e nelle sonorità per superare i limiti imposti dal genere frequentato fino ad allora (il reggae/ska), poi l’incontro con musicisti che si appassionano al progetto e la partecipazione a concerti di livello. Arrivano i consensi ma anche le critiche (sante!) che fanno capire ai Falsari che bisogna cambiare e che la contaminazione è forse la strada giusta. Ma come? Senza vincoli, senza preclusioni per generi, atmosfere e suggestioni. Come una ipotetica spugna, la Banda, che già si avvale dell'apporto di musicisti di estrazione diversa (reggae, ska, jazz, funky, rock), comprende che questa eterogeneità rappresenta un’opportunità per lo sviluppo di sonorità originali che, pur ruotando attorno a ritmiche "in levare" puntano decisamente verso uno strano rock di contaminazione che rapisce, cattura e qualche volta fa anche ballare. Così, tra il 2000 e il 2002, la Banda dei Falsari diventa in tutto e per tutto un laboratorio, sperimentando collaborazioni con musicisti di formazione ed esperienza varie e affronta l’avventura della “musica su strada”, fino ad identificare nell’etnica un possibile sbocco creativo. Così è: la Banda introduce progressivamente strumenti e sonorità dal sapore chiaramente mediterraneo e con essi costruisce e affina il suo inconfondibile “sound”. Intanto la collaborazione con artisti straordinari prosegue e nel 2003 si arriva infine alla registrazione, dopo diversi DEMO e la partecipazione a diverse compilation, del primo CD ufficiale: “IL CASO”. La svolta con la partecipazione al Meeting delle Etichette Indipendenti di Faenza, dove la Banda entra in contatto con l’etichetta Ethnoworld che decide di partecipare alla produzione e all’uscita del disco. L’opera titanica comporta un intenso lavoro di preparazione e contatti e imprime una forte accelerazione alle sperimentazioni in atto. Tanta fatica ma altrettante soddisfazioni. Al progetto partecipano, con un misto di sfida, slancio, buoni consigli ed emozione artisti del calibro di Francesco Di Giacomo (Banco del Mutuo Soccorso), Andrea Satta (Tetes de Bois), Ambrogio Sparagna e Andrea Pandolfo (Klezroym). Tutti si appassionano e lasciano tracce indelebili nel disco, indossando i brani in cui cantano o suonano e restituendoceli completamente e straordinariamente cambiati! Ora il CD di esordio è pronto e nei negozi, anticipato da un singolo (“Quanto basta”) e da un video.