Ho sognato Celestino- Il Covid non ferma...

Ho sognato Celestino- Il Covid non ferma...


01/06/2020 - News di pcecchini

Circondata dalle montagne che le regalavano panorami mozzafiato, era bella L’Aquila prima del 6 aprile 2009, allorché il terzo terremoto devastante della sua storia si è abbattuto sulla città portandosi via molte vite, assieme a chiese di ogni stile e misura, palazzi storici medievali, liberty e barocchi, oltre 1000 botteghe, vie e piazze che riempivano il vasto territorio protetto dalla cinta muraria che vantava uno dei centri storici più vasti d’Italia.
Undici anni dopo, il ritorno a L’Aquila è un viaggio in un’emergenza che sembra ancora aperta ed in una ricostruzione che viaggia a velocità diverse: da un lato quella privata, dall’altra quella pubblica; da un lato il centro storico, dall’altro vicoli e frazioni. Così palazzi restaurati, splendidi nei loro ritrovati decori barocchi color panna e miele, convivono con edifici ancora ingabbiati in corazze di tubi o con case ancora pregne delle loro macerie in quello che è stato chiamato a buon titolo ‘il cantiere più esteso d’Europa’.

Forte è però la voglia di rivalsa e di rinascita che anima la città e che - come sostengono in molti- ‘non può che passare dalla cultura’ a cui L’Aquila ha da sempre dato ampio spazio: in passato vantava ‘il più alto tasso di fruizione pro capite di musica classica in Italia’ e dal 1963 si avvale di un bel teatro che nel 1991 si è trasformato in Teatro Stabile Abruzzese (Tsa). Massima istituzione regionale di produzione artistica, dal 2017 è diretto da Simone Cristicchi, cantautore, scrittore ed attore teatrale (in passato hanno ricoperto questo incarico Gigi Proietti, Alessandro Gassman, Alessandro Preziosi, Alessandro D'Alatri, tanto per citare alcuni nomi).

Candidata a Capitale della Cultura per il 2022, L’Aquila si è aggiudicata quest’anno uno dei premi ‘Europa Nostra Awards 2020’, il più prestigioso riconoscimento nel campo della conservazione del patrimonio culturale a livello europeo, con riferimento al restauro della Basilica di Santa Maria di Collemaggio.
Sto parlando della raffinatissima basilica in pietra color rosa antico, in stile romano- gotico abruzzese, impreziosita da tre rosoni in stile gotico fiorito, con tre navate di archi ogivali sorretti da pilastri ottogonali: fu costruita nel 1287 per volontà dell'eremita Pietro Argenteri da Morrone che nel 1294, quasi ottantenne, vi fu incoronato Papa con il nome di Celestino V, dopo un conclave durato quasi due anni.

Ed è proprio nella basilica che ogni anno, il 19 maggio, la città festeggia il suo santo patrono che, in occasione dell’elezione, donò alla municipalità la Bolla del Perdono e la prima Porta Santa del mondo che a tutt’oggi è l'unica fuori le mura di Roma.
Il 19 maggio quest’anno, è anche il giorno immediatamente successivo alla data spartiacque che segna un primo ritorno alla socialità dopo i 2 mesi di lockdown: la Basilica ha segnato ‘il primo momento pubblico di ripresa delle attività culturali in città e forse anche in Italia’, seppure con una presenza contingentata di spettatori.

‘Ho sognato Celestino’ è il titolo del testo che Simone ha scritto assieme al poeta Matteo Pelliti e che ha interpretato sulle note del violinista Alessandro Quarta: due artisti caratterizzati da una profonda sensibilità ed un’attenzione sincera verso il sociale. Sono note del primo le rappresentazioni teatrali a forte impatto sociale come quelle inerenti i problemi dei malati mentali, i racconti della campagna di Russia ed il dramma dell'esodo istriano, giuliano e dalmata nel secondo dopoguerra, mentre fanno capo al secondo diverse iniziative artistiche a sfondo benefico e la decisa presa di posizione a favore dei lavoratori dello spettacolo durante la pandemia tuttora in coso.

Per l’occasione Alessandro -che per le sue ‘contaminazioni’ con il blues, il soul, il jazz, il rock, il pop, la bossa nova e il funky, è ormai conosciuto come ‘l’altra faccia del violino’- ha eseguito alcuni brani classici del suo repertorio, tra cui ‘Adagio e Fuga’ della prima sonata in sol minore di J.S. Bach, un medley di brani di Niccolò Paganini, oltre al suo ultimo brano ’Andrà tutto bene’ (che accompagna l’opera del pittore Fabio Ingrassia). Ha poi accompagnato al pianoforte due brani di Cristicchi, ‘L’uomo del mistero’ e ‘Lo chiederemo agli alberi’, davanti ad una rappresentanza di medici e personale sanitario dell’ospedale San Salvatore de L’Aquila cui l’evento è dedicato.

‘Crediamo di essere i primi in Italia, se non i primi assoluti, ad allestire un’ iniziativa di questo genere in un momento così complesso della nostra storia e ci auguriamo che la stessa possa rappresentare un esempio di rilancio dell'attività culturale nazionale che è anche un pilastro della nostra economia. Il virus, purtroppo, ha mietuto tante, troppe vittime ma non può uccidere le comunità e la loro legittima aspirazione di esprimersi attraverso uno dei più significativi elementi identitari che le contraddistingue, cioè la cultura’- ha detto il Sindaco Pierluigi Biondi salutando i presenti.
Silenzio, perdono, semplicità: uno spettacolo emozionante e completamente fuori dall’ordinario che, partendo dalla ‘città del terremoto’, assume un doppio valore simbolico.
(https://www.youtube.com/watch?v=KryXmpywPHs&t=11s)

Paola Cecchini