Susanna Parigi

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Susanna Parigi La fatica e la pazienza. Un omaggio alla pianista e cantautrice

18/12/2023 di Ambrosia J. S. Imbornone

#Susanna Parigi#Italiana#Canzone d`autore

Un omaggio e un saluto alla pianista e cantautrice, spesso definita chansonnier del pop letterario: la sua musica, la sua carriera, l'amore per i libri, l'attenzione alla condizione femminile, le riflessioni sul declino culturale del Paese, le sue parole e la sua voce.
Ci ha lasciati oggi, 18 dicembre 2023, a 62 anni, dopo una lunga malattia, la pianista e cantautrice Susanna Parigi; fiorentina d’origine, milanese d’adozione, insegnava canto pop-rock al Conservatorio “Giuseppe Verdi” e aveva all’attivo nove album da solista.
Ebbi modo parecchi anni fa di intervistarla per un’altra testata (forse all’epoca del concept-album L’insulto delle parole, 2009) e mi colpii molto quando sottolineò che se puntiamo sulla bellezza e altri “valori” effimeri, poniamo le basi noi stessi per la nostra sostituibilità. Invece Susanna Parigi era sicuramente insostituibile: era una donna e un'artista speciale, "nobile", affascinante non solo perché era molto bella, ma perché catturava e incantava con la sua eleganza, il suo carisma, la sua indipendenza, le sue idee, la sua saggezza, la sua classe, che veicolava nella sua musica e nella sua voce, precisa, avvolgente, discreta, emozionante, densa di grazia. 

Poco più di un anno fa, a novembre 2022, aveva pubblicato l’album Caro m’è il sonno, prodotto da Taketo Gohara, a novembre 2022.

Così iniziava la recensione di Laura Bianchi al disco:

“Un'autentica artista vive in un mondo sospeso fra la realtà e la ricerca di un senso, e rincorre gli echi di una sensibilità spiccata, oltre le banalità, le frasi fatte, le piccole mediocri miserie quotidiane. E Susanna Parigi è indubbiamente artista autentica, vibratile, in continuo e inesausto dialogo fra le due dimensioni, che congiunge attraverso la composizione di tesi e musiche, espressi dai suoi strumenti preferiti: il piano e la voce”.



Il disco omaggiava un sonetto di Michelangelo e Parigi aveva spiegato nell’intervista sempre a cura di Laura Bianchi: “Ho scelto questo titolo perché l'album è dedicato a persone disorientate, spaesate, senza dimora che non si ritrovano negli slogan della politica senza contenuti, nei modelli che propone la visibilità televisiva, nel consumismo compulsivo, neppure nei tatuaggi, nel conformismo dei tatuaggi, nella forma litigiosa e arrogante dell'apparire, nella religione ripetitiva dei catechismi, e spesso, neanche nella divisione linguistica imposta da certa musica. È ovviamente ironico il titolo, però sta a significare: "per favore fatemi dormire perché non veda il declino intorno". Non è una resa, ma una presa di coscienza.”



Anche nel 2016 nell’intervista rilasciata ad Antonio Galota aveva parlato del declino contemporaneo, attribuendone le colpe anche alla tv, che invece da piccola le aveva consentito di scoprire il teatro, e soffermandosi poi sulla condizione femminile, argomento che le stava molto a cuore:
Ci sono stati periodi storici in cui la donna ha fatto qualche passo avanti, e poi, subito dopo, di nuovo indietro. Basti pensare al periodo fascista in Italia, dove la donna è tornata ad essere l’angelo del focolare. Sul ruolo della donna dovrebbero interrogarsi tutti, ma proprio tutti oggi, specialmente le televisioni che in venti anni di Maria De Filippi hanno ridotto le teste delle persone appunto prive di mezzi culturali in modalità litigio, hanno ridotto il vocabolario a 500 parole al massimo e come tu sai le parole sono i nostri pensieri, e meno parole conosci, meno possibilità di pensare hai, hanno propagandato la rissa, la volgarità, hanno reso ridicola o insignificante l’eleganza e la gentilezza, hanno distrutto l’ascolto per enfatizzare solo e soltanto l’esercizio dell’ego alla massima potenza, hanno esaltato i vizi ed escluso le eccellenze. Dobbiamo interrogarci molto sul numero delle donne che vengono uccise in questo momento in Italia. E non credo in tutta sincerità, che questo tipo di televisione ne sia estraneo. È un’affermazione pericolosa? Pazienza, me ne assumo le responsabilità”.

E stamattina, quando su FacebookInstagram è apparso un post in cui salutava, con il garbo che l’ha sempre contraddistinta, i suoi studenti, i musicisti che hanno collaborato con lei nella sua carriera e i suoi estimatori, non è mancato neanche nelle sue ultime parole un riferimento proprio al dolore per l’alto numero di femminicidi nel nostro Paese:

Se vi scrivo è perché sto camminando verso la casa del Padre. Volevo ringraziare tutte le persone che mi sono state vicino in questo anno di tribolazioni. Sono state tante e meravigliose e generose.

Volevo ringraziare i tantissimi allievi che ho avuto la fortuna di conoscere in questi anni. Con molti è nato un rapporto stretto, fatto non solo di musica, ma anche di ricerca ed emozioni. Vi auguro il meglio perché il mondo che sembra rovesciare in modo inevitabile, con voi forse ha una speranza. Ringrazio i grandi artisti che mi hanno permesso di lavorare con loro: Claudio Baglioni, Riccardo Cocciante, Tony Levin, Raf, Pat Metheny e poi Corrado Augias, Lella Costa, Marco Travaglio. Ringrazio ovviamente i miei storici musicisti e anche quelli con cui non suonavo più da tanto tempo. Ognuno mi ha regalato un pezzo di vita. Scusate se scrivo a getto, ma il momento è difficile. Ringrazio i preziosi amici stretti e la mia famiglia che ha fatto molti sacrifici per darmi queta possibilità. Sono stata fortunata ad avervi accanto nel mio percorso di vita.

E poi ringrazio la musica, sempre con me, sempre presente, con un rapporto tempestoso ma che ha riempito la vita. Me ne vado con una grande sofferenza, immensa, per quello che accade alle donne quotidianamente. Dovevamo pensarci prima, almeno otto anni fa. Il lavoro da fare è una rieducazione pesante degli uomini, ma non solo. Le donne devono imparare a percepire i segnali e a non accettare nessuna forma di possessione. Ecco, vi auguro ogni bene e grazie per avermi seguito in tutti questi anni”.


A proposito delle sue tante e prestigiose collaborazioni musicali, aveva detto a Laura Bianchi nel 2022 di ricordare “Di Pat Metheny la gentilezza, di Noa la grande professionalità. Claudio Baglioni e Riccardo Cocciante mi hanno insegnato molto del mestiere. Avere lavorato con loro in giovanissima età è stato un grande privilegio”.

Per quanto riguarda invece il suo rapporto con i libri e la letteratura, spesso fonti di ispirazione dei suoi dischi, e della definizione di “chansonnier del pop letterario” con cui era stata spesso designata, aveva detto a Galota:

La definizione è nata dall’idea di un giornalista proprio perché la mia musica non è facilmente etichettabile… si dice? Non so se mi piace oppure no. In genere non mi piace nessuna definizione perché la definizione è monolitica e noi, come titolava il mio secondo cd, siamo “scomposti”, siamo prismi. C’è del vero nel fatto che la mia musica non è del tutto appartenente al mondo cantautorale, troppi accordi, troppe armonie particolari... l’uso della voce. C’è del vero nel fatto che quasi tutte le mie canzoni hanno riferimenti letterari. Le persone che mi seguono si divertono a scoprire quali. È bellissimo. Amo i libri, sono la mia grande passione, oltre alla musica s’intende”.



“Com'è stato nel
Passato
Ci ricordo ora
La paura dei risvegli e poi
L'abbraccio della sera;
I miei cammini incerti
La tua mano nella mia
Capace di condurmi
Lungo paesaggi di poesia
La certezza che il passato
È strada chiusa per tornare
Inventarmi cose nuove
Non mi basta per calmare
I miei occhi che hanno visto
Troppo da dimenticare
Forse è troppo male;
Ce n'è troppo in questo mondo
Per riuscire a non pensare
Che il mio stupore
Non possa diventare mai
Certezza
E la mia vita
Possa contenere ancora
Forza e tenerezza
Sei tempo che si addormenta
Sei la fatica e la pazienza
Le tue mani stanche e nobili
Mi accompagnano
Mi accompagnavano
Dietro vicoli di pane
Lungo fiumi d'ombra e sole
Acqua ragia, terra rossa
M'insegnavi a colorare
La fine cambia verbi
Prospettive, angolazioni
Lascia senza fiato
Sarà carico il futuro
Di tutto quello che mi hai dato
E chiedi al tempo
Di attraversarmi il cuore
Con dolcezza
Che sappia sempre
Trasformare le mie mani
In mani di carezza
Sei tempo che si addormenta
Sei la fatica e la pazienza
Le tue mani stanche e nobili
Mi accompagnano
Mi accompagnavano
Mi accompagneranno”.




E anche la musica di Susanna Parigi ci accompagnerà per sempre.

Biografia ufficiale

Cantautrice, scrittrice, musicista, inizia la sua formazione musicale al Conservatorio L. Cherubini di Firenze dove si diploma in pianoforte. La sua scrittura nell’insieme colta, ispirata alla grande letteratura, anche erotica, sicuramente originale e coraggiosamente impegnata, è stata sintetizzata dai critici con l’inedita formula di “pop letterario”. Gli inizi in televisione, come pianista, cantante, musicista, le permettono di capire quanto sia lontana la sua vita e il suo mondo artistico da certo ambiente televisivo, che deve prendere una decisione immediata e deviare per una strada meno battuta alla ricerca di qualcosa che la musica le sta suggerendo da molto tempo: il rapporto tra il suono e l’invisibile. Questo tra l’altro darà spunto al titolo del suo primo libro Il suono e l’invisibile-Musica come stile di vita (Infinito, 2015).

Inizia così una serie di tour e collaborazioni dove si trova sicuramente più a suo agio: un tour con R. Cocciante, l’altro con C. Baglioni, l’album di Raf Cannibali. Vincere un concorso in Rai le permette di avere il suo primo studio di registrazione in casa. Grazie a questo può iniziare a fare esperimenti, programmare suoni e provare ad arrangiare le canzoni che scrive. Vince Tempera e il chitarrista Massimo Luca le apriranno le porte di RT Music. Decideranno di produrla nel suo primo album Susanna Parigi (1996) che uscirà anche in Giappone e Brasile.



Vince il primo premio come cantautrice nella trasmissione La fabbrica dei sogni su RAI 3. In una partecipazione al Maurizio Costanzo show conosce il giornalista Mino D’Amato che la vuole come “La voce del sogno” in Sognando, sognando su RAI 1, mentre scrive le nuove canzoni che usciranno nel secondo disco Scomposta (1999, Nuova Carisch-Warner). L’album conterrà la presentazione dello scrittore-filosofo U. Galimberti con il quale l’artista lavorerà anche in seguito. Nel giugno 2000 vince il primo premio al Festival della canzone d’autore in Svizzera e l’album esce anche in Belgio e Olanda. Nel 2003 è tra i finalisti del Festival della Canzone d’Autore di Recanati. È ospite al Premio R. Gaetano e al Premio De André.

Già dal primo album tratta tematiche scomode che riguardano spesso la condizione femminile, dove appare una donna mai percepita nel suo insieme, scomposta, appunto. Ma nel terzo disco mette a fuoco che la condizione femminile è parte di un problema più vasto: le minoranze, le disuguaglianze, la violenza, la sopraffazione, la mancanza di cultura, l’indifferenza. Esce così il suo terzo album In differenze (2004, Setteottavi-Warner) con la partecipazione di Tony Levin, Pat Metheny, l’orchestra sinfonica di Sofia di 60 elementi, Ellade Bandini, Ares Tavolazzi e altri straordinari musicisti e con un brano, False, scritto insieme a U. Galimberti.

Nell’inverno 2005 porta nei migliori teatri d’Italia lo spettacolo teatrale In differenze con monologhi scritti insieme a U. Galimberti, proiezioni di foto di Sebastiao Salgado e la voce fuori campo di Leonardo Manera. È uno dei primi tentativi in Italia di concerto-teatrale. È anche l’esempio di come l’artista consideri limitante la separazione della musica dalle altre forme di arte. Dal 2005 apre diversi concerti di Noa e nel 2006 lo spettacolo In differenze esce in Dvd con la collaborazione di Medici Senza Frontiere (Nar International). Nel 2009 esce il quarto disco dal titolo L’insulto delle parole (Promomusic): dieci brani voce, pianoforte e quartetto d’archi. Pasquale Panella ne scrive la presentazione. Nel clip video i contributi tra gli altri di: Corrado Augias, Lella Costa, Marco Travaglio, Pino Arlacchi, Cesare Fiumi. Nel frattempo insegna al Conservatorio Bonporti di Trento.



Nel 2010 una sua poesia viene pubblicata nella raccolta di poeti italiani Calpestare l’oblio (Marte editrice). Nello stesso anno vince il Festival Teatro Canzone Giorgio Gaber e il premio dedicato a Giorgio Lo Cascio. Compone diversi brani musicali per la Rai che vengono mandati in onda su Linea Verde, Sereno Variabile e Ballarò. Nel 2011 un suo brano diventa la colonna sonora del Dvd Giovanni Paolo II. Uomo. Papa. Beato. Dopo aver scoperto l’esistenza di un misterioso linguaggio del nord della Cina che solo le donne comprendevano e si tramandavano, scrive il suo quinto album La lingua segreta delle donne (2011, Promomusic), al quale collaborano tra le altre nei contributi video Pamela Villoresi, Ottavia Piccolo, Teresa De Sio, e come voce recitante nel primo brano Lella Costa.

Nel 2012 è tra i dieci finalisti del Premio Amnesty insieme a Jovanotti, Mannoia, Caparezza, Negrita e altri grandi artisti. Vince anche il Premio Slow Music con questa motivazione: “Susanna Parigi, sin dagli esordi discografici, ha saputo coniugare arte e responsabilità sociale… Nella sua opera si riconosce una linea poetica chiara, un“pensiero” che orienta le note e le parole, con risultati artistici sorprendenti. Con queste motivazioni Slow Music le riconosce il premio… riservato agli artisti che proteggono la musica e salvano la cultura”.
Nel 2012 si esibisce al Blue Note con i suoi inseparabili musicisti: Matteo Giudici, Michele Guaglio, Roberto Olzer e Nicola Stranieri. È una dei lettori nel libro-Cd Storie dei cinque elementi. Quando le favole salvano l’ambiente di Elena Torre e Anna Marani insieme a Fiorello, Elisa, Giorgia, Aldo Giovanni e Giacomo, Neri Marcorè e molti altri. Nel frattempo il giornalista Andrea Pedrinelli pensa a lei per un concerto-teatrale da lui scritto, che attraverso la musica e le parole di Enzo Jannacci approfondisce il tema del giornalismo e della canzone nell’Italia dei nostri giorni, Il saltimbanco e la luna. Essendo lei fiorentina e Jannacci milanese, essendo lui di provenienza jazz, lei classica, passa del tempo prima di dare una risposta. Poi l’istinto e l’amore per la persona Jannacci vincono. L’anteprima nazionale si tiene al Teatro Menotti di Milano e lo spettacolo è selezionato anche dal Club Tenco e dal Festival di Asti dove verrà rappresentato nel 2013.



Nel 2013 esce anche il nuovo album di Musica Nuda (Petra Magoni e Ferruccio Spinetti) con Carica erotica di cui Susanna è autrice del testo. Nel 2014 esce l’album live dello spettacolo Il saltimbanco e la luna (Egea) e il suo album di inediti Apnea (103 Edizioni), dove scrive anche un manifesto Apnea Artistica, sulle condizioni drammatiche degli artisti che cercano di fare musica in Italia. Nel 2015 musica 14 Dvd che escono in edicola con Repubblica-Espresso dal titolo La poesia italiana – versi, rime, strofe da Dante a Pasolini di Corrado Augias e Valerio Magrelli. Realizza un arrangiamento particolare per pianoforte e canta L’altra faccia della luna nel Cd Un tipo atipico – tributo a Ivan Cattaneo. Per tale progetto viene premiata da Amnesty al MEI di Faenza. Nel 2015 esce anche il suo libro Il suono e l’invisibile-La musica come stile di vita, conversazione con Andrea Padrinelli. Tratta di ciò che è nascosto dietro il volto esposto della musica e quanto praticarla possa condizionare e trasformare nel tempo comportamenti, abitudini di vita, spirito e corpo. Nello stesso anno pensa e scrive un concerto sacro, con un encomiabile lavoro di arrangiamenti del suo chitarrista Matteo GiudiciDal suono all’invisibile-Attraverso il cuore delle parole, dove unisce la spiritualità che la musica le suggerisce e la parola che tanto ama. Spinta anche dalla convinzione che parole con cui il mondo della fede ha spesso assiduità, siano importanti da riproporre anche come percorso quotidiano di etica laica. Il 2 dicembre 2016 esce il cd dello spettacolo, Il suono e l’invisibile (Self), con un libretto di 20 pagine contenente i monologhi. Poi ancora una collaborazione con Musica Nuda. A gennaio 2017 esce il loro nuovo cd Leggera contenente un brano di Susanna dal titolo Zitto, zitto.
Il 4 novembre 2022 è uscito il suo nono cd Caro m’è ‘l sonno con la produzione di Taketo Gohara.

Dopo aver insegnato nei Conservatori di Trento, Parma e Monopoli, attualmente insegnava canto Pop/Rock su cattedra al Conservatorio “G. Verdi” di Milano.