Alice Cucaro

special

Alice Cucaro L'album Una parte di me in anteprima

05/12/2023 di Ambrosia J. S. Imbornone

#Alice Cucaro#Emergenti#Pop

Ascoltate il primo disco di Alice Cucaro, che ci conduce in un microcosmo di sogni e urti con la realta', di farfalle e lupi, di amicizie durature e momenti bui, tra immagini fiabesche e letterarie e un pop delicato, sonorita' acustiche e sprazzi world suadenti, synth enfatici e note di piano caldo, tra chiaroscuri e brani coinvolgenti.
Oggi vi presentiamo in anteprima il primo album della cantautrice e polistrumentista Alice Cucaro, Una parte di me, che sarà pubblicato domani, 7 dicembre, da Trasporti Eccezionali.

L’artista ci conduce nelle pieghe più intime della sua interiorità, in un’esplorazione delle sue zone d’ombra e fragilità, incarnate da immagini lievi ed efficaci, come piccole navi che dondolano sulle onde e rischiano di affondare, le foglie autunnali, piume bianche impregnate di catrame, o una funambola che oscilla sul filo e non sa volare.

Racconta infatti Cucaro: “Ognuno di noi ha una parte di sé che tende a nascondere, come se fosse una zona d’ombra. Tutti almeno una volta abbiamo detto nella nostra vita “è una parte di me” ed io ho deciso di smettere di nasconderla, trasformando in musica tutte le mie fragilità, le mie paure ed i miei sogni. Ho dato un volto a questa mia ombra, attraverso racconti di vita dall’immaginario romanzesco, con una nota perenne di amarezza. Qualcuno una volta mi ha detto: “Cookie, chi ti ama, ama i tuoi lati ma anche i tuoi spigoli” e credo che il messaggio di questo album risieda proprio in questa frase. Quel qualcuno si chiama Enrico Dolcetto, si è occupato di ogni arrangiamento con la cura che solo un grande amico può avere. Io sono la penna e lui è l’astronave, come dico sempre ai miei live”.

Il disco si presenta come un lavoro caratterizzato da delicati colori acustici, sinuose sfumature world (v. la traccia d’apertura, Kalahari) e carezzevoli melodie pop a tinte pastello, ma anche da note di piano, cinematico e caldo, e da synth che danno maggiore enfasi ad atmosfere e vocalizzi; si ascoltano spesso suoni morbidi e flautati, ma non mancano ritmi più agrodolci e spigolosi, affiancati da chitarre elettriche dal sapore più malinconico, né brani più veloci, accattivanti e coinvolgenti, per raccontare ad esempio malinconie e distanze estive. Nel complesso si tratta di un sound di chiaroscuri, che scintilla e accoglie nelle proprie ombre, come in un microcosmo intimo che è di Alice Cucaro, ma anche nostro, per cui ci si accomoda facilmente in queste canzoni e ci si affeziona come se le si conoscesse già.  

Le canzoni disegnano infatti dialoghi ideali e ricordi come fotografie e appunti di diario, ninna-nanne di promesse e lettere scritte troppo tardi, a cui ha dato una vesta sonora il produttore Enrico Dolcetto. Nei temi si entra in punta di piedi nella paura della solitudine e nei vertiginosi alti e bassi degli strati più profondi del nostro io; ci porta per mano nei momenti davvero bui in cui ci si sente come un aquilone che si è perso nel cielo, nella complicità dell’amicizia, dalla compagna di banco all’amica con cui scambiarsi magliette o che ti aiuterà a scegliere l’abito da sposa: è il caso della dolce e realistica Sole insieme, canzone pure è ispirata in realtà a un’amicizia persa, ma che è diventata un inno all’amicizia che cura ogni lacrima, in cui tutti si riconosceranno. La successiva Lupi si ispira invece alla frase di un amico, che ha detto alla cantautrice: “Alice, vedi quel disegno? Tu sei un lupo, ma anche una farfalla”. Alice si è sentita infatti un lupo solitario, ma ha anche compreso che con le persone che ti fanno sentire al sicuro puoi essere ciò che sei, selvatica, o leggera e vulnerabile: sono loro la tua “casa” e resteranno lì ad aspettarti con la porta aperta, anche dopo qualche banale litigata.

In un ideale fil rouge il riferimento alla vocazione al volo, al sogno, alla fantasia, torna nella successiva Mi cucio le ali, in cui entrano in un contrasto doloroso appunto una natura da sognatrice, quella bambina a cui a scuola avevano regalato delle ali di cartapesta da libellula, e la realtà, di limiti e sudore, un mondo concreto e complicato in cui non si può volare, ma che bisogna attraversare a piedi nudi, tra percorsi in salita e momenti in cui si vacilla.

Questo piccolo mondo privato e universale di immagini fiabesche, romanzesche e romantiche vi aspetta come un libro aperto in una cameretta di sera, in cui condividere stati d’animo ed emozioni, o come un bosco incantato abitato da ninfe, farfalle e lupi.

Buon ascolto!



Credits

Produzione artistica: Enrico Dolcetto e Alice Cucaro
Alice Cucaro – Testi, voci e chitarre
Enrico Dolcetto – Pianoforte, basso, programmazione batterie, synth, sound design, chitarra classica per la traccia 2
Manuel Cucaro – Batteria
Michele Tavian – Chitarra (3, 10)
Alessandro Solidoro – Testi (2, 5, 10)
Lorenzo Assogna – Chitarra elettrica (4)
Agostino Raimo – Chitarra elettrica (9)
Brani registrati presso l’Orfeo Studio di Enrico Dolcetto (Bo), Music
Studio & Latterock (Bo) e Music Academy (Bo)
Enrico Orniellii: Mix e mastering presso il Mux Land Studio
Luca Leprotti: Mix e mastering presso il Modulab di Casalecchio di
Reno (Bo)
Artefatto Visual – Grafica
Maria Cristina Iliescu – Foto copertina

Bio

Alice Cucaro, poli-strumentista bolognese classe ’95, è uscita dalla pellicola di un film di altri tempi come il titolo di uno dei suoi singoli più noti, dalle immagini eteree, romanzesche e drammatiche di una favola alla Tim Burton.
Fin dalla tenera età, supervisionata dal padre Tony Cucaro, si approccia alla musica e al canto imparando a suonare diversi strumenti tra cui pianoforte, batteria e soprattutto la chitarra.
A 10 anni comincia a frequentare il conservatorio G.B. Martini di Bologna seguita dall’insegnante Massimo Nalbandian e a 15 viene notata dalla cantante bolognese Iskra Menarini che la porterà con lei in diversi suoi live. Negli stessi anni cresce musicalmente anche grazie al chitarrista Romano Trevisani.
A 19 anni frequenta per un anno il corso propedeutico di musica jazz al Conservatorio G.B. Martini di Bologna, approfondendo il repertorio jazz con l’insegnante Chiara Pancaldi.
Comincia così a scandire il ritmo della suo percorso musicale sin dall’adolescenza nei concerti, tra cui i Primo Maggio in Piazza Maggiore in apertura dei MCR a Bologna, a 16 anni partecipa ad una puntata di Roxy Bar condotta da Red Ronnie e i riconoscimenti, dal Premio Miglior Musica al BMA Bologna Musica d’Autore, al Premio Radio Bruno, la vittoria a Sanremo Rock nella categoria trend.
Nel 2020 ha lavorato insieme a Roberto Costa nella produzione del brano Falena, brano con il quale nel 2022 ha vinto il concorso “Pratello Resiste” che l’ha portata ad aprire la manifestazione del 25 aprile a Bologna.
Attualmente studia al conservatorio Francesco Venezze di Rovigo, lavora come insegnante al Music Studio & Latterock di Bologna e al Kinder College/Kinder House, continua a comporre e a tenere concerti incentrati sui suoi brani inediti insieme al suo team di musicisti bolognesi (Enrico Dolcetto, Michele Tavian, Manuel Cucaro, Pietro Posani, con i quali ha partecipato ad Area Sanremo nel 2013).
Nel 2023 ha fatto parte dell’orchestra del conservatorio di Rovigo diretta da Demo Morselli, duettato con Carlo Marrale per il Maggio Rovigino e aperto il Clinic del chitarrista canadese Nick Johnston a Bologna.

Contatti
Instagram
Facebook
Sfera Cubica