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Rock Internazionale • Rock • R&B, Blues, Pop

Zucchero " Sugar " Fornaciari Black cat

2016 - Universal

04/06/2016 di Giuseppe Verrini

#Zucchero " Sugar " Fornaciari#Rock Internazionale#Rock

Sono passati cinque anni dal fortunato Chocabeck e adesso Zucchero si presenta con un nuovo album di inediti,  Black cat, un gatto (o una gatta) nero che per gli afroamericani ed i bluesman è indice di buon auspicio ed è anche un saluto amichevole, un po’ come dire “Hey man”, quindi un significato molto diverso dal nostro, senza dimenticare che molti bluesman portano un osso di un gatto nero in tasca come portafortuna.

Questo lavoro è un notevole e imponente sforzo produttivo,  un progetto che prevede anche diverse versioni internazionali del disco, a testimonianza che Zucchero ancora una volta, oltre alle innumerevoli collaborazioni con artisti stranieri fatte in  tutti questi anni,  pensa sempre a un mercato globale mondiale. 

Registrazione, in digitale per i brani veloci e in analogico per i brani lenti, produzione, suono, missaggio sono di alto livello , una qualità sonora , unita a belle canzoni , che raramente si trova in un disco italiano.

Ci sono ben tre diversi produttori, e che produttori, da  Don Was ( Rolling Stones, Bob Dylan), a T Bone Burnett  (Elvis Costello, Elton John e altri) a Brendan O’Brien (Bruce Springsteen, Pearl Jam), che si sono consultati prima della registrazione dei brani, al fine di evitare troppe differenze di produzione, viste la diversità di stili e preferenze musicali, cosa che dobbiamo dire  è riuscita decisamente bene, visto che il disco suona omogeneo.

Nei tredici brani del lavoro si alternano grandi musicisti, scelti da Zucchero  insieme ai produttori, e ricordiamo tra gli altri, Mark Knopfler, Elvis Costello, Greg Leisz ( Jackson Browne, Bruce Springsteen, Eric Clapton solo per citarne alcuni ), Jim Keltner (Tom Petty, Bob Dylan,Traveling Wilburys) e Jerry Douglas (Led Zeppelin ,Robert Plant) che arricchiscono ulteriormente  il disco con la loro grande bravura.

Ci sono poca elettronica e molti strumenti come chitarre acustiche, dobro, lap steel, pedal steel, chitarra National, organo da chiesa, farfisa, harmonium, diversi fiati, per un lavoro che Zucchero considera il suo più nero e che è stato ispirato  anche da una serie di concerti tenuti negli Stati Uniti,  in particolare negli Stati del Sud, che lo hanno portato ad inserire nel disco suoni e canti delle piantagioni di cotone, rumore  delle catene degli schiavi e dei  prigionieri, cori  gospel, suoni vintage, tribali e antichi  di batteria e percussioni. 

Il primo  singolo e video del nuovo lavoro, Partigiano reggiano, se da una parte conferma le radici padane e la provenienza di Zucchero dalle terre “rosse” dell’Emilia è un brano che ha sì  un forte appeal radiofonico, ma che a mio avviso rischia di dare un’immagine falsata  di Black Cat e di far storcere il naso ai puristi, non rappresentando il resto del disco, 13 buone ragioni è il classico Zucchero anni ‘80 con i suoi “mantra” ossessivi di  parole su ritmi sostenuti, Ti voglio sposare è un tosto rock-blues,  con i suoi riff il brano più duro dell’album.

Il disco oscilla, e sono proprio le due anime del disco e di Zucchero stesso, tra brani veloci e ballabili, come L’anno dell’amore e La tortura della luna, e brani lenti, ed è proprio nei brani più lenti, nelle ballate che viene fuori il meglio di Zucchero poetico e spirituale,  come in Ci si arrende, dolce e delicata, impreziosita dalla chitarra National di Mark Knopfler , e che poi viene ripresa a fine disco con il testo in inglese scritto assieme a Bono che, partendo da un provino della stessa canzone che Zucchero gli aveva lasciato in occasione del loro incontro a Torino per il concerto degli U2, ha scritto il testo  di Streets of Surrender (S.O.S.), fortemente ispirato ai terribili fatti dello scorso anno a Parigi che hanno profondamente colpito tutti ed nello specifico Bono che si trovava con  gli U2 proprio in quei giorni a Parigi per un concerto, annullato dopo i tragici fatti,  Ten more days delizioso soul-gospel-blues con dobro e lap steel in evidenza e organo da chiesa sullo sfondo, Hey lord che parte con i cori di sofferenze dei prigionieri e si sviluppa in un dolce poetico canto di speranza,  miscelando ancora una volta alla grande il suono delle radici, il gospel  e il blues.

Da segnalare anche Fatti di sogni, dolce ballata acustica,  con la splendida chitarra 12 corde di Brendan O’Brien e il grande lavoro di Greg Leisz alla pedal steel e alla lap steel, Love again , il brano più scuro e malinconico che ci riporta alle atmosfere del  sud degli Stati Uniti, la poetica Terra incognita che dopo l’inizio acustico in chiave folk  si sviluppa in un grande finale prog , maestoso, arioso con tanto di moog & mellotron, e Voci, che è anche il secondo video del lavoro, sicuramente il brano più emozionante, profondo, vibrante e ricco di pathos, forse anche il migliore di tutto il lavoro, un brano che arriva direttamente al cuore dell’ascoltatore.

Un lavoro di ottimo livello, ispirato, suonato alla grande da un cast di grandi musicisti, ricco di belle canzoni, un ponte tra la pianura Padana e i grandi spazi del Sud degli Stati Uniti, e  chissà se Black cat  riuscirà a convincere anche quella parte di pubblico che non segue Zucchero rimproverandogli di non  fare del vero blues /R&B , di essere troppo “derivativo”  o addirittura in alcuni casi di “copiare” da altri.

Zucchero, oltre 60 milioni di dischi venduti nel mondo, presenterà il disco dal vivo  in un tour europeo in Ottobre e Novembre  per una trentina di date (sarà il primo italiano a fare due date consecutive alla Royal Albert Hall di Londra), mentre  per  le dieci date italiane all’Arena di  Verona dal 16 al 28 Settembre sono già stati venduti  oltre settantamila biglietti, ed è in definizione anche un tour mondiale per il 2016-2017.

 

Track List

  • Partigiano reggiano
  • 13 Buone ragioni
  • Ti voglio sposare
  • Ci si arrende
  • Ten more days
  • L’anno dell’amore
  • Hey Lord
  • Fatti di sogni
  • La tortura della luna
  • Love again
  • Terra incognita
  • Voci
  • Streets of surrender ( S.O.S.)

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