Lonely//Lovely<small></small>
Emergenti • Alternative • alt-rock, dream-pop, shoegaze, post-punk

You, Nothing Lonely//Lovely

2021 - Floppy Dischi/Non Ti Seguo Records/Dotto

29/07/2021 di Ambrosia J. S. Imbornone

#You, Nothing#Emergenti#Alternative

Gli You, Nothing sono un giovane gruppo veronese, composto da Gioia Podestà (voce / chitarra), Federico Costanzi (chitarra / tastiera), Giulia Cinquetti (basso) e Nicola Poiana (batteria / drum machine); il loro primo album è uscito a maggio e il titolo Lonely//Lovely sembra quasi programmatico, un’ottima sintesi e definizione della loro musica pensosa e pronta a incantare.

Il gruppo si muove infatti tra arpeggi dream-pop, talora synth suadenti, ritmiche post-punk, melodie accattivanti (il primo, fresco singolo Waves), un profluvio di distorsioni ipnotiche e riff ora alt-rock anni ’90 (Placebo & co.), ora shoegaze, ora post-punk revival (le linee di chitarra effervescenti e lucenti di H.Y.E., ma anche la batteria, fa venire in mente Editors e dintorni).

Le chitarre infatti appaiono robuste, ma anche nello stesso pezzo possono essere alternate a momenti più riflessivi e malinconici (v. la splendida Sonder), mentre talora si fanno invece convulse e allucinate, o rumorose e freneticamente più scanzonate. Fondamentali poi ovviamente le interpretazioni decise, versatili e incisive di Gioia Podestà, per un disco che riesce a suonare impetuoso e insieme ad accogliere sfumature più intime, brucia inquieto, eppure accarezza i lividi.

Nei testi domande sulla propria identità più profonda, ferite aperte che non si sa se e quando il tempo guarirà, inevitabili contraddizioni, il desiderio talora di fuggire da sé stessi, oppure di allontanarsi e correre, per non sentirsi in gabbia, ma più vivi che mai. Ancora, nei versi c’è spazio per la paura di affondare e quella di non essere abbastanza, timore da cui occorre liberarsi, accettando di rischiare con la consapevolezza di poter cadere; le fragilità vanno accolte e non rimosse, ma bisogna comunque tentare, andare avanti e non bloccarsi, come emerge nei bei versi di Sonder:

You’re free to cry
even if you’re not a child
we all have to fall
risk one more time
jump into the void
count your breaths before going on

Try again
Fail again
Say less do more
Try again
Fail again
Find a way
to go on 

Un debutto senz’altro molto interessante, che a qualcuno potrà ricordare Be Forest e Soviet Soviet e ci rammenta lo stato di salute del rock nell’underground, che è ancora vivo, vegeto e ricco di progetti e contaminazioni. Un disco ben fatto, che cattura e coinvolge. 

Track List

  • Identity
  • Reflection
  • Waves
  • H.Y.E.
  • Sonder
  • Problems
  • Closer
  • Gazers