Pursuit of Momentary Happiness<small></small>
Rock Internazionale • Alternative

Yak Pursuit of Momentary Happiness

2019 - Caroline International

17/06/2019 di Tiberio Snaidero

#Yak#Rock Internazionale#Alternative

Oli Burslem è bello quanto il giovane Mick Jagger. Ugualmente vizioso, sembrerebbe, ma molto più fatalista, presuntuoso e pigro. Lui non dubita di essere un grande e, se il mondo non va a lui, per quanto lo riguarda può anche andare a farsi fottere. Al  leader degli Yak, classicissima formazione chitarra (Oliver Henry Burslem, che canta pure), basso (Vincent Davies, ma all’inizio c’era Andy Jones) e batteria (Elliott Rawson) proveniente da Wolverhampton, West Midlands – area Plant / Bonham, quindi ... – non manca nemmeno la buona stampa, né la considerazione di colleghi di grande reputazione. Nel 2015, il loro EP No fu pubblicato dalla Thrid Man Records di Jack White, che l’anno seguente mise sul mercato anche il loro primo Long Playing, Alas Salvation, nobilitato dalla collaborazione con il bassista dei Pulp Steve Mackey. Non mancano musicisti di rango nemmeno in quest’ultimo Pursuit of Momentary Happiness, in cui il sodalizio, soprattutto etilico, con Jay Watson dei Tame Impala e con J. Spaceman a.k.a. Jason Pierce, ovverossia gli Spiritualized, ha prodotto il magnifico pezzo che chiude il disco: The House Has No Living Room

L’atmosfera onirica di quest’ultimo brano è solo uno dei diversi climi, o mood, che popolano il disco. Onirica risulta anche Pursuit of Momentary Happiness, la canzone che dà il titolo all’album, mentre inequivocabilmente psichedeliche sono Bellyache, Interlude e Layin’ It On The Line. Al rock più sguaiato ed energico appartengono invece Fried,  Blinded By The Lies e White Male Carnivore, mentre ritmiche funky innervano i riff heavy di Pay Off vs. The Struggle. Non mancano nemmeno le ballatone ad alto tasso glicemico, alla cui categoria sono da ascrivere Words Fail Me ed Encore.  

A tenere insieme siffatta varietà di sottogeneri musicali sono il senso di gran divertimento comunicato dai solchi, l’approccio emotivo e passionale alla resa sonora, la spavalderia blues e una sorta di serioso disincanto. Gli Yak di Oli Burlem danno davvero l’impressione di crederci, e di aver imparato la lezione lasciata al mondo della musica popolare da David Bowie: l’arte, per essere autentica, non ha bisogno di essere vera. Lo stile e la sfacciataggine da rockers un po’ matti che vivono un’esistenza da hippie e che adorano fare quello che fanno, vada come vada, ricordano un personaggio centrale dell’indie rock contemporaneo come Ty Seagall. Per produrre il capolavoro Freedom’s Goblin tuttavia, ricordiamolo, il buon Ty ci ha messo dieci anni e dieci dischi, se non vogliamo calcolare il numero imprecisato di progetti collaterali. Oli e i suoi due compari con Pursuit of Momentary Happiness sono solo al secondo full-length album. E il risultato è molto, ma molto promettente.

 

 

 

 

 

 

 

Track List

  • Bellyache
  • Fried
  • Pursuit Of Momentary Happiness
  • Words Fail Me
  • Blinded By The Lies
  • Interlude
  • White Male Carnivore
  • Pay Off vs. The Struggle
  • Encore
  • Layin’ It On The Line
  • This House Has No Living Room