Slow Life<small></small>
Americana • Songwriting • Rock

Will Stewart Slow Life

2022 - Cornelius Chapel Records

05/09/2022 di Marcello Matranga

#Will Stewart#Americana#Songwriting

Era accaduto qualche anno fa, in occasione dell'uscita di Country Seat, l'album precedente, che avevo notato Will Stewart. Poi però, chissà perchè, il suo disco era rimasto li, fermo, senza che arrivassi a scriverne nulla. Ed è un peccato perchè sia Country Seat che il seguente EP Way Gone, erano meritevoli di una recensione. E così, quando ho saputo che stava per uscire questo nuovo disco, mi sono ripromesso di non cadere nel medesimo errore. E' quindi bastato attendere che riaprisse il mio negozio di riferimento per acquistare un album che manifesta tutte le sue intenzioni nel bellissimo titolo, Slow Life foriero di ottime sensazioni.

E se le aspettative erano quelle di potersi trovare di fronte ad un disco in grado di suscitare grandi soddisfazioni, ebbene, queste non mancano. Will Stewart è uno dei tanti personaggi iscritti a quella minor league che costellano l'universo musicale americano. Gente che con un album si conquista l'attenzione di uno sparuto numero di appassionati, e che tornano con frequenza nel lettore, o in cuffia per ascolti che diventano tanto più frequenti tanto più si ascolta il disco. Nessun capolavoro, ma Slow Life lascia trasparire un sound figlio di tempi adeguati all'età di chi ne sta scrivendo, chitarre ed armonie che, in più canzoni, rimandano a certi unori a la Tom Petty, lasciando che un velo di malinconia faccia capolino.

Slow Life si apre con Bad Memory dove la slide suonata da Stewart crea un'intrigante liason con la costante linea dell'organo che si accompagna per tutto il pezzo. Nothing's Right è un pezzo decisamente dolente che racconta di come possa andare tutto a rotoli quando le cose vanno nel verso opposto a quello che ci auguravamo. New World Daydream è la prima evidente connessione a Petty. L'andamento, il testo, la parte finale di chitarra elettrica che ci catapulta dalla parti di Mike Campbell, sono quasi un colpo al cuore. E lo stesso si percepisce quando parte Let's Go che più ascolto più mi trasporta in un mondo fatto di belle canzoni dall'imprinting chiaro ma non figlio di banali riproposizioni di uno stile inimitabile.

Deliziosa On The Edge Of Brightness, lenta e malinconica, con sonorità quasi rarefatte. A riportare verso altri lidi ci pensa la splendida You're Not Fun Anymore che profuma di rock'n''roll. Just Be Sweet conquista con quel sound morbido ed avvolgente che apre la strada ai passi finali di quest'album. Can't Break Through portata in palmo da una slide che si intreccia alla chitarra elettrica. Tragedy segna l'incontro tra il rock ed un certo soul, consegnandoci un pezzo di ottima fattura. La conclusiva New Highway è lenta, quasi sognante nel suo incedere quasi volesse indicarci una nuova possibile direzione da prendere. Pezzo piacevole che resta nel solco di un disco dove, a mio personale avviso, non ci sono pezzi che si possono saltare od omettere, grazie  al lavoro dei musicisti che accompagnano Stewart in questo disco, ovvero Daniel Raine alle tastiere, Ross Parker al basso, Tyler McGuire alla batteria, la splendida Janet Simpson alla voce, 

 

 

Track List

  • Bad Memory
  • Nothing ` s Right
  • New World Daydream
  • Let `s Go
  • On The Edge Of A Brightness
  • You ` re Not Fun Anymore
  • Just Be Sweet
  • Can `t Break Through
  • Tragedy
  • New Highway