
Various Artists LOCKDOWN SESSIONS - Hot Blues and Boogie To fight That Cabin Fever!
2020 - Crosscut Records
#Various Artists#Jazz Blues Black#Blues #Bear Family Records #Max De Bernardi & Veronica Sbergia #Kai Strauss #Victor Puertas
Invero, in quei mesi dannati sono nate decine di “lockdown sessions” sgorgate da ambiti artistici diversi - teatro, balletto o altre frequenze musicali - ma poche, o nessuna, come le Lockdown Sessions di Roger Wade & Soci hanno saputo incarnare, da subito, in modo straordinario, inedito, l’urgenza di una distintiva operazione culturale. Ricca di uno spirito di cooperazione internazionale affatto scontato traduce in oggetto la volontà di una comunità musicale piegata ma non sconfitta, orgogliosa di appartenere a un genere il Blues, che malgrado la qualità, non gode della rilevanza mediatica che meriterebbe. E dunque le considerazioni su questo lavoro stanno prima della stessa musica.
Come affermava il poeta e pittore cinese Shitao il disegno ha inizio nel momento stesso in cui si prende il pennello e la tela è ancora candida. Nel nostro caso prima della musica va rilevata l’intenzione diventata gesto, azione che soggiace a quanto si ascolta. Turn Up Loud Your Negighbours Can Listen! Don’t Let That Lockdown Blues Get You! (*) recita uno dei sottotitoli in copertina. Appunto. E’ come se risuonasse la duplice volontà del blues, un esecutore che si rivolge a se stesso per parlare al suo simile di uno stesso dramma. Per dirla semplice, l’io-non voglio-farmi-abbattere-fallo-anche-Tu che diventato Noi-non-ci-faremo-abbattere. Sono parole ma anche balsamo sulla ferita.
Roger Wade ha sottolineato con lucidità come nei giorni dell’emergenza più acuta dentro agli ospedali, medici, infermieri, pazienti o parenti contagiati, erano loro che se la passavano peggio, allo stesso tempo ha anche gridato come il proprio lavoro fatto di progetti, registrazioni, mesi di faticosa programmazione per la stagione, primaverile ed estiva, in una manciata di notti se ne stava andando in fumo. Concerti, festival, rassegne, locali, in pochi giorni tutto chiuso, annullato, gettando nel baratro un’intero spazio artistico e professionale. Tra gli accordi suonati s’intende chiaro l’invito a riflettere sul fatto che la musica non è solo qualcosa che si consuma ma è anche qualcosa che si “fa”. Di questo tratta LOCKDOWN SESSIONS- Hot Blues and Boogie to Fight that Cabin Fever! Dentro, pratiche lungamente esercitate, apprese, condivise e oggi negate.
Non c’è bisogno di aver letto “I mondi Dell’Arte” (il Mulino, 1978) di Howard Becker, sociologo, ottimo pianista jazz, per capire che “reagiamo alla musica perchè abbiamo appreso i significati convenzionali dei suoni che i musicisti producono per noi” (H. Becker, p.11).
Così per Noi - non solo per loro - trentadue (32!) musicisti blues, di otto diverse nazioni, tra Europa e USA, hanno creato ventisei tracce, in gran parte originali, registrate tra salotto e corridoio di casa. Il blues del resto è un buon genere per trarre dalla sua storia insegnamenti di vita. Senza nulla togliere, qualcosa in più delle mielose performance cui ci hanno sottoposto Bocelli, Zucchero et similar. Da sempre il blues insegna ai suoi interpreti che la necessità è la madre dell’innovazione. Il riflesso in musica è stata la sua capacità - in mancanza di meglio - di far musica con ogni oggetto ci fosse in giro: cucchiai, asse da bucato, bicchieri, pentole, otri. La medesima creatività riverbera anche in questo album laddove ogni mezzo è stato utilizzato per poter registrare fuori da sale tecnicamente evolute. Sono bastati semplici registratori, smarthphone o vecchie schede audio che alla fine, sapientemente assemblate hanno prodotto un lavoro di grande intensità. Imperfetto? Certo e per questo, bello.
Il Blues di LOCKDOWN SESSIONS - Hot Blues and Boogie to Fight that Cabin Fever! rappresenta anche la fotografia del livello di qualità raggiunto in Europa e in America da musicisti “non nativi” colti oggi dalla glaciazione artistica provocata dall’epidemia. Se ne avevamo ancora bisogno, la prova che si può suonare Blues senza alcun senso di inferiorità sulla linea del colore, piuttosto la dimostrazione di un senso di appartenenza a un medesimo dire e un medesimo fare. Non è facile dire di tutti brani, abbandoniamo l'impresa. Rileviamo invece la maestria di ogni contributo nell’addomesticare tutti i colori del blues. Country & City Blues, Boogie Jump & Delta, Gospel & Blues Ballad. A volerlo guardare fuori contesto questo lavoro si presenta come una grande, rigorosa, operazione didattica e culturale. Molti brani hanno esercitato il discorso scrivendo dell’epidemia: Lockdown Blues, Can’t Get Too Loose, Personal Shutdown, Mean Old Quarantine, Low-Down Lockdown, Get Me Out Outta Here, Home Alone Stomp, World Crisias Blues, Fuck You Mr. Virus, Lockdown Shuffle, Give me My Heart Back. Sono titoli che dicono bene dello sforzo di non sedersi sulla facile coverizzazione. Prevale il desiderio di emulare pagine storiche del Blues quando ha detto di altre sciagure del mondo e dello spirito.
Nel solco figurano personaggi noti come Big Daddy Wilson, Kai Strauss, Aki Kumar, Victor Puertas, accanto ad altri meno conosciuti quanto eccellenti. Tutti sfoderano mercanzie degne di nota. Non mancano citazioni dalla tradizione come Be Ready When He Comes ma anche accattivanti auto-citazioni come la Destination Mississippi di Abi Wallenstein.
Da ultimo, Roger e Marion Wade, moglie, spiritual guidance del lavoro, non ce ne vorranno ma ogni “scarrafone è bello a mamma sua” e la lettura di I Can Tell The World di Max De Bernardi e Veronica Sbergia ci è parsa una perla tanto pertinente quanto appassionata.
Stiamo uscendo lentamente da questo incubo ma la strada è lunga, sopratutto il mondo della musica vive ancora momenti di grande difficoltà. Il distanziamento non è difficilmente compatibile con una esperienza vera di musica dal vivo. Se avete a cuore la sorte di questi professionisti della musica Blues, sui quali grava la mancanza di ammortizzatori sociali degni di questo nome, potete fare e farvi un regalo. Andate su www.lockdown-sessions.de ordinate il disco, i proventi andranno ai protagonisti del progetto e alle loro famiglie. Give their heart back!
(*) Alza il volume, fa che i tuoi vicini possano ascoltare! Non lasciarti catturare da quel blues della carcerazione!.