C’è una profondità straordinaria nelle undici canzoni di La Carne., ottavo lavoro dei Valentina Dorme (il quinto, se non contiamo anche i nastri e i cd autoprodotti).
La band di Mario Pigozzo Favero da Treviso racchiude in questo cd quattro anni di pausa e riflessione, quella maturata dal precedente Il coraggio dei piuma.
Un disco senza fronzoli e orpelli, crudo e sincero, a tratti angosciante come i proiettili e il sangue ritratti nella copertina. Un rock che riesce a coinvolgere con la sua durezza, ad appassionare con dei testi letterari, forti, drammatici. Testi da leggere come racconti, come poesie, subito dopo aver ascoltato il disco.
Il titolo è ripreso da un film di Marco Ferreri, La carne appunto, con Sergio Castellitto e Francesca Dellera – lo stesso regista fa da titolo alla quarta traccia del disco, che è un evidente omaggio.
Tra songwriting e rock viscerale, i Valentina Dorme si confermano una delle band più solide del panorama italiano. In grado di alternare la straziante oscurità di ´Un nome di fantasma´ all’immediatezza di ´Benedetto davvero´, grido d’amore forte e intenso. Le ballate delicate (´Il terzo uomo´) e quelle apparentemente spensierate (´Marco Ferreri´), gli accordi robusti di ´Giulia Bentley in Estate´ e ´Siracusa e le stelle´.
La musica dei Valentina Dorme grida dolore e rabbia, comunica amore e passione, mescola eros e tanathos. L’atmosfera solare de ´I Girasoli´ fa da contraltare a quella frenetica e rumorosa di ´Trieste Centrale´. Nord e Sud. Terra e anima.
Canzoni tese e affilate come lame, che scavano aggressive nella memoria: il crescendo di ´Olimpiadi Salesiane´, la potenza di ´La buonanotte in francese´, la melodia commovente in chiusura di ´Io non sono forte´.
La Carne. è un album solido, coraggioso e maturo, nel quale nostalgia ed emozioni sono ben equilibrate. Di grande impatto sonoro, molto curato nei testi.
Un disco che mette un punto evidente, tondo e senza sbavature – come quello presente nel titolo –nella musica di questo 2009 italiano.