
THE PINEAPPLE THIEF Versions Of The Truth
2020 - Kscope / Audioglobe
Il ritratto della nostra epoca, dipinto nelle dieci tracce del lavoro, è indiscutibilmente oscuro, irto di contraddizioni e difficoltà; ne è un'efficace testimonianza il brano di apertura, la title track, in cui restano incisi nella memoria versi come You caught me in the black light / There was no way out for us / I thought it'd be a matter of time / But you lost your head / I followed you, but you were out of sigh / I did everything IâŸcouldâŸtoâŸget you back / IntoâŸmy light. Disillusione, lotta, contrapposizione, malinconia, sentimenti rielaborati e resi in parola e musica da un'efficace sinergia, in cui Bruce Soord, Steve Kitch, Gavin Harrison e Jon Sykes esprimono un modo di pensare i nostri tempi molto aderente col comune sentire.
L'ascoltatore passa così, nel breve volgere di cinque minuti, dalle atmosfere energiche e decisamente rock di Demons, col ritornello accattivante e inquietante insieme, a quelle oniriche e sospese del brano successivo, Driving like maniacs, ritratto netto e lucido di un fallimento sentimentale, eppure aperto a un rimpianto ancora fecondo; o ancora, nella canzone che conclude l'ascolto, The Game, a un ritmo essenziale, con Soord che evoca Peter Gabriel o Thom Yorke in alcune pieghe della voce.
Cosa resta del prog, in tutto questo? Esiste, e persiste, nelle vibrazioni, nella maestria con cui i quattro usano i propri strumenti, in alcune lunghe suites, come l'alluvionale Our Mire, in un'impronta complessiva, da cui però emerge, come già scritto, una ricerca inesausta di esperimenti e contaminazioni, fra omaggi ai grandi maestri e guizzi di originalità.
Ne è un esempio anche la copertina del disco, un'incisione dell'artista tedesco, scomparso un anno fa, Michael Schoenholtz, scelta da Harrison, che, a suo dire, dopo averla mostrata agli altri membri della band, "In cinque minuti avevamo scelto tutti la stessa immagine. Personalmente lo vedo come un intrigante labirinto che raffigura il processo mentale della creatività. Non ha mai linee rette.” Sono tutte versioni della stessa verità, sfaccettata e labirintica, che i quattro musicisti intendono proporre agli ascoltatori, certi solo di aver composto un'opera di valore, in cui virtuosismo e spontaneità si uniscono, al servizio di una visione alta dell'arte e della vita.