The Ghibertins The less I know the better
2017 - Musicraiser
Abbiamo così The Ghibertins, trio milanese formato da Alessio Hofmann, Alessandro Fogazzi e Lorenzo Rivabella, che propone, dopo un EP uscito nel 2015, “Square the circle”, un discorso più ampio, un disco completo di undici tracce, dal nome evocativo: The less I know the better, letteralmente, Meno ne so meglio sto, allusione a un pezzo dei Manic Street Preachers, rivisitato in chiave contemporanea. Dicono infatti che il disco vuole svegliare dal torpore tutte quelle persone che trovano la sicurezza nella routine quotidiana ignorando di proposito la situazione geopolitica mondiale nella speranza che il conto non venga mai servito. Ciò che non vedo, non succede. Ciò che non sento, non mi può essere comunicato. Il non voler conoscere ciò che ci circonda porta alla paura e alla diffidenza; da questa riflessione nasce il titolo dell’album.
Si alternano così ballate struggenti, come Let'em dance (in cui la voce di Alessio Hoffmann sembra davvero una versione zippata di Eddie Vedder e Adam Duritz) a pezzi tirati, su cui spicca, oltre alla title track, introdotta dalla potente batteria di Daniele Capuzzi e sorretta da un dialogo fitto fra chitarra e basso, anche Facing a Loaded Gun, dall'incedere sospeso fra il rock e il migliore pop di Johnny come home dei Fine Young Cannibals con la voce indimenticabile di Roland Gift.
Ne emerge l'impressione di un lavoro coerente, anche se non particolarmente innovativo, ma anche molto compatto, nello scegliere la linea del canto, e degli arrangiamenti al suo servizio, come quella vincente per esprimere al meglio la verve del gruppo; i tocchi acusticamente graditi si colgono un po' ovunque (come la tromba nell'outro di Where are we now?, oppure il clapping e il clima bandistico di No Way), e regalano un ascolto piacevole. Aspettiamo di ascoltare la band dal vivo, per saggiare la loro bravura e la resa dei pezzi.