The Derek Trucks Band Songlines live (dvd)
2006 - Sony Bmg
Ancora più che in studio le immagini confermano l’approccio originale di questa formazione che merita di essere distinta dalle solita jam-band americane: la fusione strumentale di vari generi (blues, rock, jazz, world, latin) viene infatti condotta con un intento comunicativo profondo, una sorta di afflato spirituale che a tratti ricorda la ricerca interiore di Nusrat Fateh Ali Khan, Sun Ra, John Coltrane e, ovviamente, della Allman Brothers Band. Il suono della DTB non è così alto e complesso, ma è coimunque ricco e virtuoso: in quasi due ore di musica viene sviluppata una scaletta che sprigiona una tecnica positiva, mirata a colorare i pezzi con tinte calde e vivaci, spesso sovrapposte. A fare da guida è la chitarra slide di Derek Trucks, che mantiene sempre un background rock-blues, ma altrettanto determinante è l’apporto della band tutta: dalla ritmica, soprattutto batteria e percussioni che sviluppano la parte più afro del suono, alle tastiere e al flauto di Kofi Burbridge che spazia dal soul alla fusion.
Basta dare un’occhiata alla track-list per intuire quali siano i punti di riferimento anche sul palco: ad una ad una vengono rivedute in maniera personale e dinamica cover di Nusrat Fateh Ali Khan, di Big Bill Broonzy, di Lightnin’ Hopkins, di Herbie Hancock, di Stevie Wonder e di Rosetta Tharpe.
Il primo highlight è una “Sahib Teri Bandi / Maki Madni” che la slide introduce come una preghiera orientale e poi sviluppa come una suite, seguita da un paio di pezzi in medley che portano ad una versione di “I wish I knew (how it would feel to be free)" emblematica della ricchezza e della libertà con cui suona la DTB.
Derek Trucks non ha ancora maturato del tutto la propria capacità di scrivere canzoni, ma a livello strumentale i ezzi sono composti di parti che si nutrono di southern come di funk. Anche il canto del vocalist Mike Mattison serve a caricare i brani di un soul crescente che nel finale del set riscuote delle vere e proprie ovazioni con “Voices inside / Fat mama” e “Anyday”.
Tra gli extra c’è una serie di interviste che aiutano a comprendere la storia della band e di ogni suo membro, ma soprattutto l’alchimia che ne rende tanto vitale il suono.