Smoke Machine<small></small>
Rock Internazionale • Alternative • indie-rock, alt-rock, pop-rock

Superlovers Smoke Machine

2022 - Autoprodotto

26/08/2022 di Ambrosia J. S. Imbornone

#Superlovers#Rock Internazionale#Alternative

Recuperiamo finalmente, complici le ferie estive, un disco molto interessante che proviene dalla fucina di talenti pugliese ed è stato pubblicato a fine 2021. A comporre il gruppo barese dei Superlovers, attivo dal 2014, sono d’altronde musicisti già noti e apprezzati, come Giovanni Colatorti e Lele Diana (rispettivamente alle chitarre, ai synth e ai sample il primo e alla batteria il secondo, dalla Fame di Camilla, ex band di Ermal Meta), Gianluca “Foster” Damiani (voce, chitarra, programming, già fondatore di un altro gruppo navigatùo, The Yellow, arrivato nel 2017 a completare questa formazione) e Francesco Monterisi (già bassista in progetti come Melissa Lake e Coldness).

Ogni componente porta ovviamente la sua storia nei Superlovers e inconfondibile appare infatti la batteria indie-rock di Diana, che scandisce in modo deciso e accattivante i pezzi (a volte pure con uno stile che fa anche venire in mente certi tempi dispari dei National), rimanendo in bell’evidenza anche nelle mid-tempo, così come altrettanto ben riconoscibili sono i riff agrodolci e gli arpeggi delicati, virtuosistici e a volte quasi “cinematici” di Colatorti, che possiedono una dolcezza pensosa e vischiosa, aumentano l’intensità di brani come Truman e restano impressi come un’importante “voce espressiva” nelle canzoni.

Sfumature dolceamare hanno anche le linee di basso di Monterisi, che non risultano certo neutri, ma hanno spesso un calore morbido e fascinoso, mentre Damiani porta la sua sensibilità melodica e brit e un cantato efficace, tra acuti eloquenti e momenti più piani e quieti, rari effetti vocali e interpretazioni pregne di significato.

Un colore vagamente malinconico sfuma i synth, freschi e cangianti, ariosi, siderali o dal retrogusto anche qui dolceamaro, presentati come “sia moderni che vintage”.

Le atmosfere delle canzoni sono variegate e si passa da quelle più intime, incantate e sognanti (ad es. la bellissima Lullaby, la struggente The Wounded Deer, o l’ultima traccia, This Time, che parte acustica) a quelle più intriganti e suadenti, tra synth-rock e alt-rock. Nel disco è possibile gustare infatti anche pezzi impetuosi come Adeline, a cui pure gli arpeggi di chitarra danno una chiusura più riflessiva; gli arrangiamenti inoltre appaiono curati, frutto di esperienza e competenza, ma non per questo freddi e di “mestiere”, ma perfettamente adatti ai testi. Anzi, i suoni a volte parlano ancora più delle parole, comunicando a pelle stati d’animo ed emozioni.

Tra i temi delle canzoni, si passa dalla solitudine e dalla dipendenza a ciò che si è perso, da inferni a cui sopravvivere, all’allontanarsi dal rumore della folla. Ancora ci si immerge in storie, sentimenti personali e temi più sociali, di bugie e perdono, della nascita di un bambino come fiore sbocciato in un "bunker" e speranza in tempi bui, si parla di strade buie e scelte difficili, rinascita e fallimento, errori e ultime possibilità, egoismi ed emergenza climatica, della vita che può diventare crudele come un incubo o del narcisismo contemporaneo.

Un lavoro di pregio, ulteriore conferma della caratura dei quattro musicisti.

Track List

  • Dope
  • Spotlight
  • Cigarette
  • Truman
  • Moustache
  • Lullaby
  • Dinosaurs
  • The Wounded Deer
  • Adeline
  • This Time