
SLOW C Roulotte
2023 - Chandelier Music
Si parte con Zigo, introdotta da corde di chitarra spagnoleggianti: si trova a dover scappare dalla piazza dopo che i carabinieri hanno fatto irruzione; infatti non nasconde, e quasi ostenta, che in quel luogo di solito circolano chili di erba stupefacente. Così si fanno sentire la batteria ed un piano molto distorto molto urban e creano un ritmo lento che subisce delle accelerazioni sporadiche. Quel “ho un roulotte/non è una roulotte” sembra indicare il valore che lui le ha attributo, che supera le apparenze.
Con My Name si ritorna al rap più classico, essenziale in cui la cassa dritta è protagonista assoluta. Ripercorre il suo vissuto, di quando non seguiva la scuola e la strada era la sua insegnante con le suole sempre consumate. Ora però tutto è cambiato: è lui quello che viene guardato dall’alto in basso poiché è riuscito ad emergere, così può starsene sul divano a differenza di chi spaccia per i vicoli della periferia. Si passa poi a quando stava in casa soltanto in inverno per dormire oppure scrivere un testo: ciò lo faceva sentire diverso.
In Blood vi è un utilizzo delle rime tagliate all’inglese: infatti sono presenti molte parole che terminano con un accento tronco, questo tipo di barre risultano statistiche e ridondanti. Descrive un imminente scontro a fuoco, che non avverrà mai in quanto l’arrivo di una volante della polizia li bloccherà e saranno costretti a fuggire. Anche il beat risente di un andamento a scatti e spigoloso in cui emergono le percussioni.
Tute invece fa riferimento al tipico abbigliamento che indossano quei rapper che si definiscono di strada. Il suo modo di vestire è cambiato: ha le scarpe Nike, la canottiera e la collana, ma pur avendo speso molto denaro è rimasto autentico. Su una produzione ritmata ed essenziale ammette che i vestiti sono diventati la sua nuova dipendenza, arrivando a disperarsi per aver bucato la sua tuta preferita.
Un piano distorto introduce Giochiamo, in cui prende in considerazione i rischi che è costretto a correre; infatti nel ritornello spiega come ogni giorno sia una ferita sempre nuova che rimane indelebile sulla pelle.
Dei bassi sincopati dettano il ritmo di Ti spiego: seduto in terra con la mente in paranoia pensa alla guerra, alla violenza e non alla scuola. Tra passato e presente narra le tante difficoltà che ha dovuto affrontare.
Con Sirene termina un disco che alterna tracce dal mood goliardico e celebrativo, a brani romantici per arrivare a raccontare storie introspettive, che restituiscono l’idea del suggestivo e variegato vissuto dell’artista.