Black cadillac<small></small>
• Cantautore, Rock

Rosanne Cash Black cadillac

2006 - Capitol

26/09/2006 di Christian Verzeletti

#Rosanne Cash #Cantautore #Rock

Non deve essera affatto facile essere la figlia di Johnny Cash: ad ogni passo tutti si aspettano di scorgere nelle tue movenze lo stile e la stazza di colui che ha fatto e continua a fare da padrino a buona parte dell’american music.
Rosanne, figlia di Johnny e Vivian Liberto, non si è mai però rifugiata più di tanto sotto l’ombra paterna e si è costruita una carriera sua. Basti pensare a quanto sarebbe stato facile, ora che suo padre è entrato per sempre nella storia della musica, inserire in questo disco un duetto con il genitore (che qualcuno ne sarà rimasto negli archivi della House of Cash) oppure recuperarne la voce sfruttando la tecnologia moderna o meglio ancora interpretarne una canzone inedita.
Rosanne Cash invece se ne è uscita con un disco che è tutto farina del suo sacco: un album di folk-rock femminile, qualitativamente superiore alla media, come ce ne sono stati pochi finora in questo 2006.
I riferimenti al passato si scorgono solo nella dedica contenuta nel booklet a Johnny, Vivian e June Carter, e in modo vago nella traccia iniziale con quella “cadillac nera” che per via del colore si può immaginare stia trasportando l’eredità personale ed artistica della famiglia Cash.
Proprio “Black cadillac” è stato il primo brano composto per l’album e, collocato in apertura, dà la linea musicale ed ideale del disco: mentre il testo fa i conti con le relazioni e le perdite che segnano l’esistenza umana, una linea di basso scura pulsa, pronta a salire sun un rock in cui organo, chitarre e anche fiati girano con senso della misura.
Quello di Rosanne Cash è difatti un rock’ d’autore che non perde mai l’equilibrio neanche negli episodi più immediati, quando suona FM senza vergogna né cali di tensione: le prime cinque canzoni offrono una successione impeccabile tra pieghe di songwriting e sfumature di folk, rock e blues. Il seguito non è da meno e il cd si rivela presto essere il lavoro più centrato della discografia di questa signora: gestito in modo perfetto, senza una sbavatura e un brano fuori posto, grazie anche alla produzione di John Leventhal e Bill Bottrell.
La scaletta varia quanto basta tra ballate e pezzi rock: chitarre, piano, dobro, fiati, keyboards, percussioni e un canto denso conferiscono intensità anche ai brani più orecchiabili.
Il disco, che è valso alla sua autrice una nomina agli Americana Awards per i premi di artista e canzone dell’anno, mette in mostra le doti di una musicista ormai matura, conscia della propria voce e capace di una gamma di sfumature non indifferenti.
Non mancano nemmeno, tra le righe, quella fierezza e quel senso di diversità che sono nel DNA dei Cash: pezzi come “Like fugitives” sono lì a dimostrarlo. E a quel punto non sarebbe stonato un duetto con il padre, che da lassù, ne siamo sicuri, annuisce orgoglioso.

Track List

  • Black cadillac|
  • Radio operator|
  • I was watching you|
  • Born down this town|
  • God is in the roses|
  • House on the lake|
  • The world unseen|
  • Like fugitives|
  • Dreams are not my home|
  • Like a wave|
  • World without sound|
  • The good intent|
  • 0:71