Il cannone<small></small>
Jazz Blues Black

Quintorigo Il cannone

2006 - Exess / Venus

17/03/2006 di Christian Verzeletti

#Quintorigo#Jazz Blues Black

Preceduto dal singolo benefico “Redemption song”, è arrivato il nuovo disco dei Quintorigo.
È il primo lavoro del gruppo dopo la separazione dal cantante John De Leo, sostituito alla voce da Luisa Cottifogli: un disco atteso anche solo per la curiosità di capire come e in che direzione la band possa proseguire. La prima considerazione conferma i dubbi già insinuatisi col precedente Ep: pur sforzandosi di lasciar da parte qualunque paragono con John De Leo, i Quintorigo sono oggi un’altra band.
L’impianto strumentale non è oggettivamente cambiato con violino, violoncello, contrabbasso, sax e la voce usata come sesto strumento, ma è ancora troppo indefinito l’approccio: “Il cannonne” è un cd che spazia dal pop al jazz, dal rock al blues fino alla musica etnica, saltando da un genere all’altro senza continuità.
In ogni traccia i Quintorigo fanno sentire quanto sanno suonare, ma ci si trova di fronte ad una commistione di stili come se ne sentono troppi di questi tempi. Tanto più che la band non riesce a mettere in atto quell’operazione di rottura che le permetteva di affrontare materie diverse con risultati sorpredenti: le cover ci sono ancora, ma non offrono nulla di eclatante.
Anzi, proprio le cover contribuiscono ad indebolire l’insieme del disco: su quindici pezzi solo sette sono inediti a firma della band. Ben sei sono le interpretazioni di brani altrui a cui si aggiungono uno spiritual e la rivisitazione di un tradizionale arabo.
La seconda parte dell’album poi è irrilevante, una serie di esercizi più o meno riusciti e scombinati da Mingus ai Police per arrivare agli Area interpretati con il figlio di Giulio Capiozzo alla batteria. Il disco avrebbe potuto concludersi all’ottava traccia, risparmiando così anche la grossolana caduta di tono di “Nel clone del padre”, un pezzo radiofonico dai faciloni toni hard.
Più apprezzabile la prima parte del cd soprattutto per la presenza della title-track, sostenuta tanto nel ritmo quanto nel testo, con sax e violino che si muovono a tempo di r&b. Tra innesti di synth, svolazzi di un pop da camera e qualche colpo elettrico, c’è spazio per dei riflessi blues: lo spiritual di “Soon I will be done” ben introduce “Redemption song” di Bob Marley, mentre “Aligator Man” fa confluire in un ritmo blues qualche richiamo pop.
In più di un’occasione Luisa Cottifogli dimostra di disporre di un notevole ventaglio vocale che conferma i Quintorigo come una band dalle enormi potenzialità, ma che contribuisce anche a renderne più difficile la messa a fuoco.
“Il cannone” è un disco di transizione, che non riesce però ad orientare lo sguardo verso il futuro. Anche perché i Quintorigo scelgono di concluderlo con un remake di “Grigio” che rende davvero inevitabile la nostalgia per John De Leo.

Track List

  • 440 Hz|
  • Il cannone|
  • Frankenstein|
  • L´attesa|
  • Soon I will be done|
  • Redemption Song|
  • Lacrime|
  • Aligator Man|
  • Nel clone del padre|
  • Goodbye Pork Pie Hat|
  • Sole invisibile (Invisible Sun)|
  • Ranni li|
  • Luglio Agosto Settembre (nero)|
  • Senza voce|
  • Grigio (chiaro version)

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