Powerillusi & Friends Powerillusi
2018 - Nota Dischi –bloc nota, 2018 2CD
Questa raccolta che festeggia i trenta anni di attività di questo curioso combo ironico è una celebrazione della vita e dell’allegria, e mi ha rimandato ai primi anni 70, quando con alcuni ragazzi del mio paese, avevamo un gruppo musicale (The Flash), che si dilettava a girare per le sagre e per le feste di paese, con un vecchio scassato furgone esibendoci, bene o male, nell’esecuzioni di cover di artisti in voga a quei tempi. Esperienza, alquanto divertente, che ci per metteva di passare i fine settimana, qua e là in giro per il Friuli. C’era perfino una sala di San Martino al Tagliamento, nei pressi di Casarsa, dove passavamo i sabati e le domeniche nel Dancing La Lanterna, e avevamo un seguito di fans e ammiratori.
I tre Powerillusi, sono, per la cronaca, Vito Vita, Paolo Rigotto e Vince Ricotta, e si fanno attorniare in questo doppio cd celebrativo, da diversi nomi e gruppi della scena “alternativa” italiana, con risultati, come accennato prima, divertenti, gustosi, esilaranti, ma che spingono anche chi ascolta alla “riflessione”. Tanto per dire, “Cavolfiore chanson”, dove parte della Banda Osiris, presenta questo brano, divenuto l’inno del Movimento Vegetalista (parte del progetto “Conciorto”, in cui si dà voce agli ortaggi e alle verdure dell’orto), oppure “Quella rap”, un pezzo accattivante, eseguito dai Mirafiore Kids, rifacimento di un brano del 1986 sotto il nome di “Ciao” dal unico album, come cantautore, di Vince Ricotta. C’è un bel pezzo di “pausa”, “Improvvisamente”, storia del rapporto di due giovani torinesi, dolce e rilassato, mentre tutta grinta in “Il loro primo 45 giri”, esecuzione dei Potage, e in “Quello del papà”, con Mao e i Powerillusi, che anticipano di sette anni il “Papa nero” dei Pitura Freska, anche qui con ritmo reggae.
Molto bella, “La voglia di non lavorare”, omaggio a Enzo Del Re, suonata alla grande, con la voce del cantautore anarchico, Alessio Lega. Di nuovo il rock strapazzato, fra le note di “Quella dei merenderos”, Powerillusi e Roberta Tracchini, e “Quella del rock” con i sanguigni Truzzi Broders. Con “Sessantanove”, al fianco dei Poveri Illusi si esibisce “Paco d’Alcatraz” Fabio Ferrigni, conosciuto dalla band torinese, nel 1990 durante un’edizione di Sanscemo, noto festival alternativo.
In “Ma io ti amavo”,viene rispolverata la voce di Ettore “Gerry” Bruno, uno dei mitici Brutos, gruppo celebre per le sue storie televisive, e per le loro curiose esibizioni che fondevano mimica da cabaret, musica e umorismo. Sul secondo cd, i friends, coinvolti nel trentesimo, sono Massimo Laiolo e il suo gruppo, bella la loro versione di “Non ho più niente (ma sono felice)”, e non gli è inferiore Matteo Castellano, altro cantautore della scena torinese, con la classica “Forma di chiappa”, e anche i Figli di Guttuso, non sfigurano con “Non bago”. ”Matrimoni e funerali”, è invece uno di quei pezzi che non ti lasciano indifferente e la cover di Giangilberto Monti, cantautore, pure lui dedito alla ricerca nella musica francese, è davvero unica! Ne “Il superpezzo”, i Powerillusi, vengono raggiunti dagli Skiantos, dei quali sono amici e ispiratori. Buono “Qualcuno ci spieghi il jazz”, con notevole interpretazione di Caterina Accorsi e degli Essence Quartet, jazz di buon livello davvero.
Curiosa canzone, la successiva “Quella della ciabatta”, storia di una ciabatta che si chiamava Guglielmo, ben riletta da Cristiana Maffucci, cabarettista di pregio, insieme ai Poveri Illusi. Omar Pedrini, col gruppo, rifanno “La nostra song inglese”, brano bilingue, non privo di tanta ironia. ”Disco Mixion”, è invece un pezzo che sputtana certa musica da discoteca, la voce è quella di Pino D’Angiò. ”Che bello sto male” con Johnson Righeira e i Powerillusi è un pezzo ispirato a un racconto di Dino Buzzati, amaro nella sua morale nonostante l’andamento allegro e reggato. ”Par Condicio Blues”, esecuzione di Koorina e degli MP3, è un buon blues che ricorda un po’certe cose di Rino Gaetano. In “Allah è al bar” , riascoltiamo Giangilberto Monti, il brano è un singolare e solare messaggio di fratellanza fra i popoli nonostante le divergenze religiose ed è stato scartato dalla commissione artistica per Sanremo, presidente Claudio Baglioni dalle selezioni per partecipare all’edizione del 2018. Parentesi vagamente caraibica con “Olio di palma. Finale triste, ironico, e senza speranza, con “Il bambino povero”, con il Coro Vocale Excess, e un po’di amarezza, che non guasta mai davvero. Due dischi curiosi e divertenti, con un po’di “suggerimenti morali”da non trascurare. Un gruppo figo e mescalinico!