
Pino Basile / Massimo La Zazzera / Mirko Lodedo Impro vis-à-vis action
2007 - Autoprodotto
Con lo stesso approccio hanno realizzato anche questo “Impro vis-à-vis action” che segna un passo avanti nel loro personale cammino: ai due si è aggiunto Pino Basile, anche lui di origini pugliesi, e ne è uscita una musica del tutto improvvisata dal respiro ancora più ampio.
L’album è stato registrato su un mini-disk portatile e si compone di due cd, tanto minimali quanto suggestivi, suonati con pianoforte (Mirko Lodedo), percussioni, qualche loop (Pino Basile) e flauti (Massimo La Zazzera).
L’autoproduzione non è solo una questione di mezzi, ma una precisa scelta che ha permesso ai tre di ritrovarsi a Ceglie Messapica, in provincia di Brindisi, presumiamo in un casolare per l’occasione adibito a studio e rinominato “Casarmonica”. Qua l’ambiente è infatti uno strumento aggiunto, essenziale per come i brani vengono sviluppati lasciando risuonare ogni singola nota.
Entrambi i cd sono suddivisi in tracce, senza titolo alcuno, perché la musica procede come un unico soffio, ora alzandosi su una campagna assolata ora sfiorando le pietre bianche di un paese sempre a meridione. Pur trattandosi di improvvisazioni e quindi di esecuzioni che stimolano sensazioni soggettive, è evidente il rimando al Sud e alla sua terra grazie soprattutto ai richiami del flauto e a certi ritmi percussivi.
Che i brani crescano solitari, come fossero delle colonne sonore per qualche film muto, o che si sviluppino come delle vere e proprie suite, è fondamentale l’intesa tra i protagonisti, capaci di trovarsi con uno sguardo e di procedere sullo stesso sentiero anche quando è solo uno dei tre a fare l’andatura. Questa sintonia è sottolineata anche dal titolo “Impro vis-à-vis action” con quel “vis-à-vis” che sta ad indicare un suonare empatico, eseguito guardandosi in faccia e riconoscendosi in luoghi comuni, tanto immaginari quanto reali, condivisi attraverso la musica.
Dal primo cd traspaiono temi più evidenti, a tratti più romantici, dotati di una malinconia esistenziale mai scontata grazie alla punteggiatura del pianoforte in bilico tra linguaggio popolare e colto (anche musica classica e jazz).
Ogni strumento poi, persino quando si tratta di qualche bisbiglio, è utile a creare spazi in cui muoversi piano. In cui mettersi in ascolto di un paesaggio silenzioso, che ha molto da dire.