The Stage<small></small>
Emergenti

Paolo Giorgi The Stage

2010 - Abraxas

18/05/2010 di Andrea Rossi

#Paolo Giorgi#Emergenti

Scrivere e commentare la musica nell’epoca del web e del P2P, che genera condivisione, conversazioni e scambio anche in anticipo sulla stessa uscita dei dischi, è operazione di per sé fragile e precaria, ma che può offrire alcuni spunti interessanti. Ad esempio, obbliga il recensore a rallentare, se non proprio a fermarsi, anche di fronte a titoli cui altrimenti non si dedicherebbe molta attenzione, travolti dalla frenesia del quotidiano. Ad esempio, il disco di esordio di Paolo Giorgi, un signore fiorentino che di mestiere lavora in azienda ed arriva ad oltre 50 anni a pubblicare il suo primo disco per Abraxas. Detta così, sembra un Carneade, mentre il Nostro ha alle spalle un rispettabile percorso musicale: chitarrista cofondatore con Gianni Rosati ed Ernesto De Pascale dei Lightshine (immaginate nella Firenze del 1976 un gruppo di ragazzi innamorati delle chitarre acustiche, del country rock e del british folk) e successivamente impegnato in diverse formazioni locali, sempre orientate verso la west coast, quindi membro della corale del Duomo di Firenze, e cantante ed autore solista. Coinvolgendo un manipolo di vecchi amici (dagli stessi Lightshine capeggiati da De Pascale, a Melis e Desiati degli Underfloor, fino a Ken Nicol, chitarrista con trascorsi in Albion Band e Steelye Span), Giorgi si diverte con 14 canzoni acustiche, a cavallo tra country e folk ballad, ispirate da numi tutelari quali James Taylor, CSN&Y , Magna Carta, Fairport Convention, Eagles. Sono storie che parlano dell’emozione del palco (´The Stage´), di solitudine (´One More´), del bisogno d’altro (´Hunger in the chest´), di sogni e ricordi (´Going places with dad´), alternando delicate atmosfere folk (´Once upon a time´, ´Sails and the sea´, ´The postman´) a brani in cui la passione dell’autore per James Taylor prende un po’ troppo la mano (´A knife to cut my pain´, ´At the wrong time´). ´A bridge across´, ballata folk impreziosita da una piacevole steel guitar, prova ad incrociare i due mondi di riferimento, mentre ´Man in the mirror´ e ´Sea wave eyes´ sono i brani più tirati e rock oriented. Ma, al di là del giudizio sui singoli brani, la bella emozione che chi scrive ha ricevuto dal disco, dedicato in memoriam alla madre, è la storia che si intravede tra le righe, se si vuole dedicare a ´The Stage´ un po’ di tempo ed attenzione. E’ una storia che parla di passione vera, di sogni di libertà, di foto nella campagna toscana con una chitarra in mano ed un cappello da cowboy calato sulla fronte. Nonostante il mestiere in azienda. Un piccolo cd, inutile dal punto di vista del mercato e senza velleità particolari o false pretese, ma una storia che parla della via individuale al sogno del rock’n’roll che, a modo proprio, ognuno di noi segue, bilanciando fantasie, capacità e propri limiti. Respect.

Track List

  • THE STAGE
  • AT THE WRONG TIME
  • HUNGER IN THE CHEST
  • A KNIFE TO CUT MY PAIN
  • MAN IN THE MIRROR
  • GOING PLACES WITH DAD
  • THE POSTMAN
  • SAILS AND THE SEA
  • ONCE UPON A TIME
  • SEA WAVE EYES
  • A BRIDGE ACROSS
  • ONE MORE
  • THE STAGE (reprise)
  • OIL ON CANVAS