
Odla Oltre il cielo alberato
2020 - Snowdonia
Uscito per Snowdonia che predilige i progetti musico-letterari, Odla sembra nascere da un background anni Sessanta-Settanta sulla scia di Fossati, Guccini e De Andrè, attento alla parola, senza porsi limiti di termini, alla prosa e sostenuto da arpeggi di acustica che varia tra Mediterraneo, popolare e random interiore. Un lavoro che vale la pena ascoltare, dandosi il tempo, dedicandovisi per intero, senza fermarsi al primo ascolto nel quale si viene subissati di parole, perchè i momenti Oltre il cielo alberato saranno ampiamente ricompensati, soprattutto nel ritrovare figure che cambiano forma e dimensione, quindi significato, durante il percorso. La bellissima immagine che si forma nel pronunciare il titolo dell'album, in contrasto, con l'altrettanto significativa copertina sono i primi elementi che permettono di capire di essere al cospetto di un disco che in San Giuseppe da Copertino trova l'elevazione alla libertà, guadagnata tra i tormenti, i pensieri, le origini, le evasioni ed i ritorni scongiurati.
Il racconto di Odla ha come azione la fuga, mentre Hassan scappa dalla guerra, il cantastorie lo fa dalle delusioni, da una vita scandita e dai temi che vengono vissuti da un trentenne, discostandosi dalla giovane età, molto attento ad un quadro descrittivo che riprende più volte l'immagine della bocca come amore, nel bacio, e come comunicazione, mostrando la relatività dei significati a seconda del contesto. La fuga si ricollega al ritorno che “è una follia”, quindi il bisogno di nuove strade da percorrere, eppure nell'andarsene c'è l'amore; Hassan è proiezione, è solitudine nella prima parte dell'album, e nella terza dopo un percorso di strade intraprese, diventa simbolo dell'impossibilità del procedere da soli, perchè nessuna battaglia può essere solitaria, con l'apertura musicale che si associa alla voce femminile.
Un disco politico e passionale, personale e di smarrimento, crepuscolare nato dal bisogno d'amore, universale, che prende come base l'importanza delle radici, sia nella scrittura che nei suoni che nei brani; radici che si ritrovano ne I pescatori di Lete che nel parlato raggiunge il punto di maggior attenzione, insieme a Vorrei poter parlare con le città e Pane e catene, tre brani che rappresentano tre diversi momenti del percorso di Odla, con diverse strutture e particolarità. Verrà un domani per me e per te, Hassan da proiezione a figlio, col ritorno della figura della madre, rappresentata come immagine laico-sacra di nascita, perdono, pentimento, nel bisogno di comprensione e condivisione. Odla sancisce il proprio esordio senza troppa pubblicità, quasi fosse certo delle proprie capacità, apparendo come un cantautore fuori dal tempo, daglo schemi e solitario, difficile da incatenare, forte della cultura e con una meta che rende difficile poter prevedere cosa ci presenterà in futuro Oltre il cielo alberato.