Napoli per Fabrizio de Andre` ` Na strada mmiez ` o mare - Napoli per Fabrizio De Andre`
2024 - Nota
Tocca ora a Napoli, con un progetto potente, che ha avuto due padri: Annino La Posta, scrittore e giornalista musicale, e il visionario Dario Zigiotto, mai abbastanza compianto (qui il nostro ricordo). Insieme hanno ideato, fortemente voluto e realizzato' Na strada mmiez ' o mare - Napoli per Fabrizio De André, ossia, Creuza de ma tradotto in napoletano da La Posta e ricantato dai massimi rappresentanti della world music partenopea durante due concerti tenutisi al Maschio Angioino nel 2015. La registrazione è ora un disco, prodotto da Nota, che documenta in modo permanente i concerti, organizzati col beneplacito della Fondazione De André, del Club Tenco e del Comune di Napoli.
Il risultato sono sette tracce scintillanti ed eterne, impregnate dell'energia e della vitalità del live, arricchite dalla bravura interpretativa di artisti come Teresa De Sio, Francesco Di Bella, Gerardo Balestrieri, Enzo Gragnaniello con Mimmo Maglionico, Maldestro, Nando Citarella, Nuova Compagnia di Canto Popolare. Diventa così arduo scegliere quale delle canzoni - capolavoro sia quella meglio riuscita, tanta è la loro qualità, sia nell'espressività delle voci, sia nell'esecuzione strumentale, ma è importante sottolineare come sia particolarmente efficace la forza della traduzione. Il genovese passa al napoletano senza soluzione di continuità, aggiungendo il pathos, tipico del modo partenopeo di esprimere i sentimenti, ancora più diretto, viscerale e passionale.
Così, ascoltiamo Gragnaniello dare voce e vita alla storia di Sinan Capudan Pascià, l'apolide Balestrieri, dalle plurime esperienze di mare (suo è il disco dedicato a Corto Maltese, del 2019), fare sua la riflessione eterna di Sidòne, e Fausta Vetere innalzare la propria ode Da chella riva con tutta la forza che le conosciamo dai tempi della Nuova Compagnia di Canto Popolare. E ci emozioniamo, per più di un motivo: per l'orgoglio di essere stati contemporanei del genio di De André; per la gioia di ascoltare le sette canzoni efficacemente interpretate, e intatte, a distanza di quarant'anni e in un'altra lingua; per il ricordo di Zigiotto, che non verrà mai dimenticato.
La Posta, ottimo traduttore che non tradisce, scrive: "Se l’italiano, dunque, ci serve per andare incontro al mondo, il dialetto ci permette di ritornare a casa." E non possiamo che essere d'accordo. Disco prezioso, intenso, da conservare e tramandare.