Martyr Lucifer Gazing at the Flocks
2018 - Seahorse Recordings - Distr.Audioglobe
Gazing at the Flocks nell’edizione limitata si compone di due dischi, il primo omonimo, il secondo intitolato The Oniric Session/ Live at Domination Studio. Questa versione sottolinea ancora di più la complessità di un’opera metal, dark ed epica, con un art work che potrebbe illustrare i racconti di Edgar Allan Poe o Paradise Lost di John Milton.
Se brani come Veins Of Sand virano decisamente verso sonorità più oscure, in altri, come Leda and the Swan le voci di Martyr e Leìt si intrecciano con la stessa sensualità che trasuda dal mito. Wolf Of The Gods con chitarre che sembrano levarsi al cielo mentre quasi si inneggia a spezzarle quelle “heavy chains” (d’altro canto il già citato Milton scriveva “Better to reign in Hell than serve in Heaven”). Halkyónē’s Legacy, aka the song of Empty Heavens è un pezzo di una dolcezza struggente, interamente cantato da Leìt, un’aurora sul dolore.
Passando al secondo disco, dal titolo si avrebbe l’impressione di trovarsi tra le mani un unplugged. Non è affatto così. Viene egregiamente catturato l’impatto live della formazione, ed emerge un suono coeso,dalle striature dark – gothic in cui le trame vocali sono meno compresse dal sound.
Gazing at the Flocks è un lavoro sicuramente mirato a chi è già appassionato al genere, ma la profondità della voce di Martyr smussa certe ruvidità e fa capolino una certa morbidezza di parte della produzione dei Lacrimosa, ma senza la dimensione orchestrale. Ciò permette anche a chi è meno avvezzo a certi saliscendi sulle corde delle chitarre di accostarsi all’album, iniziando una personale discesa negli Inferi sonori creati da Martyr Lucifer.