Piramidi<small></small>
Italiana • Rock

Luciano Panama Piramidi

2017 - La Dura Madre Dischi

20/10/2017 di Arianna Marsico

#Luciano Panama#Italiana#Rock #cantautorato #america

Il siciliano Luciano Panama  dopo l’esperienza con gli Entourage, con Piramidi arriva all’esordio solista. Mai come in questo caso la definizione di “solista” risulta appropriata, dal momento che il disco è stato interamente suonato da Panama stesso, con l’eccezione dei contributi del violino di Giovanni Alibrandi (L’osservatore, Come aria e Messina guerra e amore) e della tromba di Matteo Frisenna (Hey My (all’improvviso)). Il lavoro intreccia chitarre rock, con guizzi di blues, con ricerca testuale dal taglio autorale.

L’iniziale Le ossa diventa un inno ad un tentativo di rinnovamento, a non calcificare un rapporto in situazioni, ma a respirare appieno ed ad andare avanti, con riff catartici.

Uno dei pezzi migliori del disco è la successiva Man. Dopo l’intro con le parole di Gaber inizia una robusta ballata, d’amore ma non solo, dal piano anni ’70 su cui si innestano gli aspetti melodici del grunge. E a fare da collante ed una voce che a me, non so perché, fa pensare al Billy Corgan di Siamese Dream, a quella voce che con Disarm poteva davvero mettere in ginocchio chiunque. Ti solleverò inizia con lenti arpeggi, con un qualcosa di sciamanico nel descrivere la ragazza che “è vero che mi adora”. Un qualcosa che sbatte contro un farsi più ruvido e blues delle note. Una ruvidezza che si scioglie completamente in Come aria, e che invece ritorna in parte, in un a stratificazione di suoni post – rock, in Gente del presente.

Hey My (all’improvviso) non è banalmente una cover di Hey Hey My My di Neil Young. La omaggia certamente e riflette sul senso del rock’n’roll a sua volta. Non indugia sul “It's better to burn out
Than to fade away”
quanto sull’evoluzione del rock’n’roll. Ed il finale strumentale, che fa molto jam session, viene impreziosito dalla già citata tromba di Frisenna.  Messina guerra e amore racchiude il profumo del mare, la forza di una città risorta dalle maceria ben due volte, i suoi lati oscuri ed è fisica e languida come può esserlo un tango, con i suoi giochi di violino, contrabbasso e batteria.

Piramidi insomma, fa ben sperare in orizzonti sonori ricchi di sfaccettature e non banali. Aspettiamo Luciano Panama alla prova del palco con aspettative decisamente alte, ben nutrite da un disco in cui né le note né le parole sono state lasciate al caso.

Track List

  • Le ossa
  • Man
  • L’osservatore
  • Ti solleverò
  • Come aria
  • Gente del presente
  • Hey My (all’improvviso)
  • Messina guerra e amore

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