
Lorenzo Monguzzi Zyngher - Live in Brianza 27 giugno 2021
2023 - Maremmano Records / Ird
in questa recensione. Ora è invece la volta della resa live del disco, ovviamente chiamata Zyngher – Live in Brianza, che mantiene la stessa efficacia del progetto originale, aggiungendo un valore indiscutibile, ossia la cifra espressiva del cantautore brianzolo: la comunicativa, l'estro, il divertimento che Monguzzi trasmette ogni volta che, armato di chitarra e della sua calda voce, si presenta davanti al pubblico.
La qualità espressiva di Monguzzi, raffinata in anni di tournées con Marco Paolini e con i diversi gruppi con cui ha collaborato, primi fra tutti i rinati Mercanti di Liquore, è evidente da ogni traccia del disco, che si apre con una traduzione di Folsom Prison Blues, un brano iconico di Johnny Cash, che diventa San Vitùr Blues, reso in un ritmo funkeggiante, nel quale si inserisce inaspettatamente l'arpa di Adriano Sangineto, in dialogo dissonante con l'elettrica di Andrea Marinaro.
Le otto canzoni contenute nell’ album in studio prendono così vita autonoma, e nella resa live è ancora più arduo distinguere quelle originali del cantautore dalle cover, perché il denominatore comune non è solo il punto di vista degli ultimi e dei losers, nemmeno tanto beautiful, ma anche l'ispirazione on the road, che viene esaltata proprio dalla modalità cantastorie, che racconta vicende col pubblico davanti a sé. Per questo la versione di Un alter café, col sottofondo del basso di Matteo Luraghi, è ancora più struggente, e trova una collocazione ideale anche Portavèrta, dal suo disco del 2013, primo da solista, con cui arrivò anche nella cinquina del Tenco sezione Opera Prima, e che dimostra che, quando si scrive un piccolo capolavoro, dieci anni non contano nulla, anzi.
È anche presente America, un inedito, proposto nella sua forma originale, voce e chitarra, ma sempre coerente con lo spirito dell'album, poiché racconta la storia di un sedicente emigrante che, tornato in patria, compensa la latente delusione con imprese improbabili. Il tutto è suonato da musicisti che conoscono la grammatica dei concerti dal vivo, e restituiscono con vivacità la gioia di suonare insieme, permettendosi il lusso di improvvisare, senza timore di andare fuori tempo. Perché, come canta un autore molto amato da Monguzzi, Jannacci, ci vuole orecchio: e in questo Live in Brianza ce n'è tanto, anzi parecchio...
Di Zyngher, il disco del 2020 di Lorenzo Monguzzi, anima dei Mercanti di Liquore, Mescalina ha già scritto La qualità espressiva di Monguzzi, raffinata in anni di tournées con Marco Paolini e con i diversi gruppi con cui ha collaborato, primi fra tutti i rinati Mercanti di Liquore, è evidente da ogni traccia del disco, che si apre con una traduzione di Folsom Prison Blues, un brano iconico di Johnny Cash, che diventa San Vitùr Blues, reso in un ritmo funkeggiante, nel quale si inserisce inaspettatamente l'arpa di Adriano Sangineto, in dialogo dissonante con l'elettrica di Andrea Marinaro.
Le otto canzoni contenute nell’ album in studio prendono così vita autonoma, e nella resa live è ancora più arduo distinguere quelle originali del cantautore dalle cover, perché il denominatore comune non è solo il punto di vista degli ultimi e dei losers, nemmeno tanto beautiful, ma anche l'ispirazione on the road, che viene esaltata proprio dalla modalità cantastorie, che racconta vicende col pubblico davanti a sé. Per questo la versione di Un alter café, col sottofondo del basso di Matteo Luraghi, è ancora più struggente, e trova una collocazione ideale anche Portavèrta, dal suo disco del 2013, primo da solista, con cui arrivò anche nella cinquina del Tenco sezione Opera Prima, e che dimostra che, quando si scrive un piccolo capolavoro, dieci anni non contano nulla, anzi.
È anche presente America, un inedito, proposto nella sua forma originale, voce e chitarra, ma sempre coerente con lo spirito dell'album, poiché racconta la storia di un sedicente emigrante che, tornato in patria, compensa la latente delusione con imprese improbabili. Il tutto è suonato da musicisti che conoscono la grammatica dei concerti dal vivo, e restituiscono con vivacità la gioia di suonare insieme, permettendosi il lusso di improvvisare, senza timore di andare fuori tempo. Perché, come canta un autore molto amato da Monguzzi, Jannacci, ci vuole orecchio: e in questo Live in Brianza ce n'è tanto, anzi parecchio...