L` ultima fila Un mare alla volta
2022 - Autoprodotto/Artist First
Un mare alla volta, prodotto da Igor Pardini, è il loro album di esordio, dopo un assaggio delle proprie capacità che il gruppo ha offerto con l’EP Monologhi muti e con concerti in giro per l’Italia che l’hanno portato tra i finalisti del MEI nel 2017.
Quando si pensa al mare si pensa a qualcosa di sconfinato, e lo si associa all’estate. Il titolo Un mare alla volta sembra frammentare tanta vastità e nell’ascolto c’è quella malinconia del mare d’inverno, quando forse effettivamente si aspetta un mare alla volta e nel mentre però il sole tramonta sempre più presto. Questo senso di freddo interiore permea diversi brani, non a caso in Nord i ragazzi cantano: “Quanto freddo hai nell’essere stella polare/ Nel rimanere nord quando vorresti tramontare”. “L’estate rimase un figlio mai nato/Un frutto di luce riflessa” chiosano in Turisti.
Il suono della band è decisamente particolare, e di difficile inquadramento in modo univoco. Se Gennaio coi suoi arpeggi di chitarra iniziali sembra suggerire un indie – folk alla Kings of Convenience, Contro di me vira verso un synth – pop denso di pianoforte intenso e struggente (“Ma tu mi hai detto non importa/ Tu mi hai detto fa lo stesso/ E forse è solo peggio”). Sempre all’insegna dell’introspezione è Mal di mare che riecheggia un po’ La fine dei vent’anni di Motta nello spirito, nelle sonorità e in parte del testo (“Ma nessuno che hai salvato/Adesso ti verrà a salvare”).
I Vestiti più leggeri, su quando si vorrebbe andare in profondità eppure si rimane imbrigliati nella superficie, è un quadro dallo sfondo dorato e prezioso in cui alle pennellate di chitarra si sovrappone un la dolcezza di un carillon in lontananza.
Si chiude con Bravi ragazzi, un brano dal suono essenziale e con un testo che è un perfetto ritratto di chi si trova incastrato tra un’educazione considerata un difetto al giorno d’oggi e sogni: “Siamo quei bravi ragazzi prudenti/Capitalisti del tempo/Siamo contratti a progetto/Pensieri artistici stupendi/E i nostri volti saranno prodotti/Ribelli innocui per le pubblicità/‘ché non esistono palestre per l’anima”.
Un mare alla volta forse alla fine non ve l’ho definito nel modo che vi potreste aspettare. Non vi rimane che ascoltarvelo, e lasciarvi abbracciare da un’onda alla volta, immergendovi nei vostri pensieri, anche in quelli "meno buoni" (Rovine).