Landing and Departures<small></small>
Jazz Blues Black • Jazz • Sperimentale - Contemporaneo

Koine` Sound Collective Landing and Departures

2020 - Koine Sound Collective

09/05/2021 di Edoardo Mazzilli

#Jazz Blues Black#Jazz

Il Koine Sound Collective ha rilasciato a novembre 2020 un concept album ben riuscito: Landings & Departures. Gli artefici di questo esperimento musicale, nonché membri del Koinè, sono Fabrizio Fogagnolo - autore per altro di tutti i brani eccetto Sleep, Pyramid Song e Vacuum aurora, che portano anche la firma di Tosi - (contrabbasso), Achille Succi (clarinetto basso), Cristiano Pomante (vibrafono e marimba), Alessia Turcato (voce e vocoder) e Riccardo Tosi (batteria ed elettronica).

Le radici del gruppo risalgono al 2006, quando Fogagnolo e Penazzi si incontrarono a un seminario jazz e in poco tempo diedero vita al Koinè Trio. Dopo alcune date nel 2008 il gruppo vinse il premio Bordighera Jazz e sempre nello stesso anno, dopo essere stati ospiti di vari appuntamenti aprirono il concerto degli Earth Wind & Fire nella loro unica tappa in Italia. Nel 2010 pubblicarono Everythings in the roots: un punto d’incontro di diversi stili. Nel 2016 Succi entrò a far parte del gruppo inserendo il suono del suo clarinetto nel collettivo Koinè.

Il termine “koinè”, dal greco κοινá½´ “linguaggio comune”, riassume perfettamente l’intenzione del gruppo: quella di proporre un linguaggio musicale comune che possa arrivare a tutti. Si tratta di un linguaggio che si assembla grazie all’insieme di prestiti da generi musicali differenti. Il jazz contemporaneo resta sempre il denominatore comune ma le influenze presenti nei pezzi sono moltissime. L’apertura di Sleep è sinfonica, una vera e propria colonna sonora tendente al clericale che sfuma in una leggiadra ballad scaldata dalla voce del clarinetto e tocchi di marimba. La stessa cosa si potrebbe dire per Vacuum aurora, i cui primi minuti sono un crescendo di suoni tetri che otterrebbero un gran successo sul ‘grande schermo’, sfociando poi in una ritmica limpida e dall’animo sereno. La prerogativa dei pezzi in generale è sempre quella di avere delle grandi evoluzioni e trasportare l’ascoltatore in scenari differenti secondo dopo secondo. Risultano piacevoli anche le influenze arabesche e orientali in alcuni fraseggi di clarinetto e il minimalismo ritmico che si incontra in tracce come Round trip. Particolarmente potente nel suo stile e quasi rockeggiante il tributo ai Radiohead con Pyramid Song, in cui la voce di Thom Yorke è stata sostituita da un assolo di clarinetto molto fedele al testo. Da potersi definire “jazz classico” invece c’è solo la prima parte di Flapping mind, l’ultima traccia del disco colorata da una simpatica linea walking’ bass e fraseggi rubati a un’ America anni ’40 ma che ancora una volta cambia scenario trasformandosi in una ritmica quasi hip-hop.

Come scrivono gli autori all’interno del disco, queste otto tracce sono capitoli di vita vissuta a cui sono particolarmente legati - partenze e arrivi per l’appunto - e si è trattato quindi di una composizione e un’improvvisazione molto sentita per ognuno di loro. Il risultato è una piacevole materia indefinita che regala il lusso di un viaggio alla scoperta di sperimentazione sonora eseguita in modo impeccabile.

Track List

  • 1. Sleep
  • 2. Kite of Gill
  • 3. Round trip
  • 4. Vacuum aurora
  • 5. Above
  • 6. Awaited un expected
  • 7. Pyramid Song
  • 8. Flapping mind