You Should Reproduce<small></small>
Emergenti • Alternative • indie-rock

Honeybird & The Birdies You Should Reproduce

2012 - La Famosa Etichetta Trovarobato

07/11/2012 di Michele Porcile

#Honeybird & The Birdies#Emergenti#Alternative #Indie-rock

Gli Honeybirds & the Birdies sono un trio eclettico e internazionale composto da Monique Honeybird Mizrahi voce & chitarra, nata e cresciuta a Los Angeles da padre romano, Paola p-birdie Mirabella percussioni, voce, flauto e quant’altro, nata in Sicilia e trasferitasi a Roma nel 2006 e Federico walkietalkiebird Camici  basso & voce. Los Angeles, Catania, Torino; Roma come catalizzatore. Sono però le esperienze internazionali della loro leader a condizionare pesantemente l’intero progetto musicale e a renderlo un maquillage di ritmi esotici, immagini coloratissime e approccio no global. Non a caso il suo viaggio e soggiorno in Bolivia ha introdotto quelle tipiche sonorità sudamericane ispirate dall’uso del Charango o dell’Ukulele, incarnandosi perfettamente con la spiritualità della cultura yiddish.

Insomma un mix esplosivo che fa dell’impegno e della perfetta geometria armonica del suono l’imprinting più immediato della band. Ne scaturisce perciò un lavoro profondamente eterogeneo, ma con una forte connotazione eco-logica, proprio a testimonianza dell’orizzonte “no limits” tenuto dalla formazione romana per adozione. Non ci sono bandiere da rivendicare, né appartenenze da rimarcare. Solo una gioia, in questo senso molto pop, di omaggiare le diverse culture e le diverse contaminazioni musicali. Sarebbe molto semplicistico pensare a una nuova Ani di Franco o Anna Calvi. Della prima ricordiamo infatti un folk rabbioso, ma molto più rock per non dire punk; della seconda un debutto decisamente blues anche se spurio.

Comunque sia questo nuovo album ci restituisce una risvegliata voglia di gridare e sorridere alla vita. Un senso di rinascita che parte dall’animo e finisce per farti battere le mani su qualsiasi superficie che funga da percussione.  L’immagine che più ricorre alla mente ascoltando il disco è quella di una danza indigena fatta di ritualità, gioia e senso di comunità. Si passa con estrema naturalezza da un brano come Elastic stares, che richiama l’eleganza unita all’andamento sghembo di sonorità provenienti dalla Chicago dei Fiery Furnaces, a Canopy Dream un esempio di fulgida architettura pop-folk soave e suggestiva, che riporta alla mente quel fare suadente da diva del jazz di Tanita Tikaram. Per non parlare di Eine Kalte Geschichte, Perejil o Cajaffari festival del multilinguismo e del cosmopolitismo. Ritmi allegri che nascondono tematiche scottanti (vedi  Perejil) come i massacri perpetrati a danni dei buddisti in Cambogia.

Concludendo possiamo dire che non ci sono crepe in questo album straordinario dei nuovi artigiani multirazziali di filastrocche e paesaggi migranti. Un altro esempio di nomadismo “straccione”, che come in uno studio antropologico ci dà un pizzicotto per abbattere tutte le nostre sovrastrutture mentali e culturali.

 





Track List

  • To the Earth\'s Core
  • Elastic Stares
  • East Village
  • Where d\'ya live yo?
  • Swimming Underwater
  • Canopy Dream
  • Eine Kalte Geschichte
  • Perejil
  • Cajaffari
  • You Should Reproduce

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