
Gera Bertolone Femmina
2024 - Sonora Recordings
Siciliana per nascita e parigina per adozione, Gera Bertolone evidentemente ha sperimentato sulla propria pelle quanto faticoso sia il processo di integrazione e quanto, a dispetto dei tanti anni trascorsi via (o forse proprio a causa di essi), il ricordo della terra di origine sia un costante rumore di fondo nella quotidianità; questo senso di sradicamento e lo stridente contrasto tra la Sicilia rurale della sua Mussomeli e la metropoli multiculturale nella quale adesso vive sono due dei mattoni sui quali poggia la costruzione di un album che, lo dico subito, è assolutamente strepitoso.
Femmina, lo si intuisce sin dal titolo, è un disco declinato al femminile, 11 canzoni nelle quali l’altra metà del cielo viene scandagliata in ogni suo aspetto: dal desiderio di emancipazione del brano di apertura (Abballati) alla scatenata tarantella finale di La tarantula, dalla maternità, qui rappresentata da due ninne nanne tradizionali magistralmente musicate da Bertolone, alle mille sfumature che una storia d’amore può avere (quello infelice di Amuri ca di notti, quello che si nutre di attese di Vinni a cantari o quello che, appena terminato, sancisce il risveglio dopo una notte di inerzia, raccontato in La notti libertà), ogni singolo episodio è un affascinante viaggio verso le radici più profonde dell’artista e nelle “viscere di una terra lontana, arida e rude”.
Pensato e realizzato come si faceva una volta, con un lungo lavoro di ricerca e di preparazione seguito da sessioni di registrazioni in presa diretta, nelle quali l’evocativa voce della cantautrice poggia su un quartetto d’archi tra le cui trame spesso si insinua una chitarra distorta, un malinconico violoncello o un clarinetto suonato dalla stessa Bertolone, Femmina è un disco che non va mai sopra le righe e nel quale ogni intervento strumentale è funzionale a ciò che il testo, sia esso preso dalla tradizione popolare o scritto in prima persona dall’artista, intende trasmettere.
Altamente consigliato.